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sabato 1 giugno 2024

Gruppo di Acquisto Solidale. Una esperienza dalla Provincia di Trento

Abbiamo trattato, con un recente approfondimento, il tema dei gruppi di acquisto solidale, realtà consolidata nel panorama consumeristico italiano e che si è sviluppata in ambito locale negli ultimi decenni (vedi qui).

Con questo contributo, invece, trattiamo un specifico esempio dello sviluppo avvenuto del modello di economia già descritto, con gli aspetti positivi e negativi che lo hanno caratterizzato, così come illustrati qui di seguito.

- Il modello di acquisto solidale sviluppato nella Provincia di Trento

La realtà dei GAS nella Provincia di Trento ha radici molto profonde e trova la sua massima espressione nella “Fiera del Consumo Critico e degli stili di vita sostenibili” (clicca qui per un approfondimento), che si svolge ogni anno nella città di Trento.

In questo contesto è possibile conoscere i più importanti attori locali impegnati nei  Gruppi di Acquisto Solidale e in altre realtà che hanno come obbiettivo comune, la passione e la determinazione, di promuovere stili di vita rispettosi delle persone e dell’ambiente.

In merito alla natura del Gas alle potenzialità ed ai limiti di queste realtà si discute in realtà da molti anni, anche alla luce delle novità, legislative e non, intervenute in questa materia.

Spesso purtroppo, l’appartenenza o l’adesione ad un GAS è collegata all’idea, che talvolta si rivela poi errata, di un risparmio economico legato all’acquisto di prodotti in queste realtà.

Ad oggi, e l’argomento è spesso oggetto di discussione anche tra gli stessi apparenti ai GAS.

Non si può non notare infatti, che qualora si vogliano rispettare fino in fondo i principi più profondi del GAS acquistato da agricoltori a km 0, prodotti genuini, la cui cultura sia stata fatta in maniera non intensiva e senza uso di fertilizzanti non naturali, il prezzo da corrispondere al produttore è più alto rispetto a quello che si trova nella grande distribuzione e di conseguenza anche il costo del prodotto finale nei GAS risulta più elevato.

Ciò ha portato negli ultimi anni (soprattutto in un periodo di crisi economica) quindi ad un allontanamento di molte persone dai GAS perché i prezzi che vi si trovano sono di fatto superiori a quelli offerti dalla grande distribuzione.

- Emporio di comunità (Cooperativa Sociale Edera)

Anche al fine di arginare questo fenomeno è sorto anche a Trento il primo Emporio di comunità, un negozio fisico dove l'associato può accedere e trovare la maggior parte dei prodotti, alimentari e non, necessari per una famiglia, proposti ai soci e alle socie, prodotti selezionati per la loro qualità e per la garanzia che la loro produzione rispetti i principi e i valori sottoscritti dalla cooperativa.

L’emporio di Trento è gestito da Cooperativa Sociale Edera, cooperativa di consumo a cui possono aderire i consumatori, divenendo soci e traendo i vantaggi con l'acquisto dei prodotti esposti nel negozio. Tale vantaggio viene esteso, inoltre, ai componenti del nucleo familiare.

Per essere soci bisogna versare una quota associativa di € 100 e obbligatoriamente prestare una attività lavorativa di almeno 3 ore al mese.

L’art. 6 dello Statuto della cooperativa stabilisce “Possono essere ammesse/i come socie e soci le persone fisiche che hanno la piena capacità di agire, condividono le finalità e gli scopi sociali.

Le socie cooperatrici e i soci cooperatori aderiscono allo scambio mutualistico consistente nell’acquisto di beni e servizi offerti dalla cooperativa per soddisfare le esigenze di consumo personali e del proprio nucleo familiare, con i quale contribuiscono al raggiungimento dello scopo sociale”.

Concretamente, quindi, la cooperativa può tentare di ridurre il prezzo finale cercando di eliminare i costi del personale da un lato e accorciando il più possibile la filiera dall’altro, ma sempre salvaguardando i diritti di chi produce gli alimenti proposti sullo scaffale. 

Nel sito della cooperativa leggiamo infatti: 

“L’emporio è un negozio che si sostiene grazie ad un piccolo margine che applichiamo sul costo applicato [dai nostri fornitori] (https://edera.coop/prodotti-e-produttori/), selezionati con cura per la qualità dei prodotti e per l’eticità delle produzioni.

Vogliamo riconoscere ai produttori e alle produttrici il prezzo giusto per permettere loro di garantire la qualità e la salubrità dei loro prodotti, col giusto guadagno.

Cerchiamo di abbattere tutto il resto, accorciando la filiera, contribuendo con il nostro tempo in prima persona all’emporio, abbattendo tutti i costi non necessari”.

Ma allora è tutto oro quel che luce?

Questa cooperativa autogestita è stata sin da subito oggetto di critiche da parte di coloro che dalla sua attività si ritengono danneggiati in primis i componenti degli altri GAS presenti, i produttori che non conferiscono i beni all’emporio e altri rivenditori (piccoli negozi, venditori ambulanti ecc.) i quali evidenziano come questa realtà possa sopravvivere facendo “concorrenza sleale” cioè possa concretamente vivere sfruttando “il lavoro gratis” dei propri soci a fronte di chi titolare di un'attività di vendita voglia proporre la stessa tipologia di prodotti ma oltre al costo di acquisto abbia anche in carico il costo del personale e gli oneri fiscali di cui invece la cooperativa è esente.

Sotto altro profilo, non possiamo non notare che il modello GAS si fonda sulla solidarietà e collaborazione tra gli aderenti, sicché la scelta sopra sinteticamente esposta ha una sua giustificazione nelle finalità perseguite dall'associazione.

Al di là di possibili dei profili di criticità sopra evidenziati appare evidente che la realtà delle cooperative autogestite stia assumendo in Italia un ruolo sempre più importante, ed infatti nel maggio 2023 si è costituita a Bologna RICCA: Rete Italiana Cooperative di Consumo Autogestite.

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