Abbiamo trattato, con un recente approfondimento, il tema dei gruppi di acquisto solidale, realtà consolidata nel panorama consumeristico italiano e che si è sviluppata in ambito locale negli ultimi decenni (vedi qui).
Con questo contributo, invece, trattiamo un specifico esempio dello sviluppo avvenuto del modello di economia già descritto, con gli aspetti positivi e negativi che lo hanno caratterizzato, così come illustrati qui di seguito.
- Il modello di acquisto solidale sviluppato nella Provincia di Trento
La realtà dei GAS nella Provincia di Trento ha radici molto profonde e trova la sua massima espressione nella “Fiera del Consumo Critico e degli stili di vita sostenibili” (clicca qui per un approfondimento), che si svolge ogni anno nella città di Trento.
In questo contesto è possibile conoscere
i più importanti attori locali impegnati nei Gruppi di Acquisto Solidale
e in altre realtà che hanno come obbiettivo comune, la passione e la
determinazione, di promuovere stili di vita rispettosi delle persone e
dell’ambiente.
In merito alla natura del Gas alle
potenzialità ed ai limiti di queste realtà si discute in realtà da molti anni, anche alla luce delle novità, legislative e non, intervenute in questa materia.
Spesso purtroppo, l’appartenenza o
l’adesione ad un GAS è collegata all’idea, che talvolta si rivela poi errata,
di un risparmio economico legato all’acquisto di prodotti in queste realtà.
Ad oggi, e l’argomento è spesso oggetto
di discussione anche tra gli stessi apparenti ai GAS.
Non si può non notare infatti, che
qualora si vogliano rispettare fino in fondo i principi più profondi del GAS
acquistato da agricoltori a km 0, prodotti genuini, la cui cultura sia stata
fatta in maniera non intensiva e senza uso di fertilizzanti non naturali, il
prezzo da corrispondere al produttore è più alto rispetto a quello che si trova
nella grande distribuzione e di conseguenza anche il costo del prodotto finale
nei GAS risulta più elevato.
L’emporio di Trento è gestito da Cooperativa Sociale Edera, cooperativa di consumo a cui possono aderire i consumatori, divenendo soci e traendo i vantaggi con l'acquisto dei prodotti esposti nel negozio. Tale vantaggio viene esteso, inoltre, ai componenti del nucleo familiare.
Per essere soci bisogna versare una quota
associativa di € 100 e obbligatoriamente prestare una attività lavorativa di
almeno 3 ore al mese.
L’art.
6 dello Statuto della cooperativa stabilisce “Possono essere ammesse/i come
socie e soci le persone fisiche che hanno la piena capacità di agire,
condividono le finalità e gli scopi sociali.
Le socie cooperatrici e i soci
cooperatori aderiscono allo scambio mutualistico consistente nell’acquisto di
beni e servizi offerti dalla cooperativa per soddisfare le esigenze di consumo
personali e del proprio nucleo familiare, con i quale contribuiscono al
raggiungimento dello scopo sociale”.
Concretamente, quindi, la cooperativa può
tentare di ridurre il prezzo finale cercando di eliminare i costi del personale
da un lato e accorciando il più possibile la filiera dall’altro, ma sempre salvaguardando i diritti di chi produce gli alimenti proposti sullo scaffale.
Nel sito della cooperativa leggiamo infatti:
“L’emporio è un negozio
che si sostiene grazie ad un piccolo margine che applichiamo sul costo
applicato [dai nostri fornitori] (https://edera.coop/prodotti-e-produttori/),
selezionati con cura per la qualità dei prodotti e per l’eticità delle
produzioni.
Vogliamo riconoscere ai
produttori e alle produttrici il prezzo giusto per permettere loro di garantire
la qualità e la salubrità dei loro prodotti, col giusto guadagno.
Cerchiamo di abbattere
tutto il resto, accorciando la filiera, contribuendo con il nostro tempo in
prima persona all’emporio, abbattendo tutti i costi non necessari”.
Ma allora è tutto oro quel che luce?
Questa cooperativa autogestita è stata sin da subito oggetto di critiche da parte di coloro che dalla sua attività si ritengono danneggiati in primis i componenti degli altri GAS presenti, i produttori che non conferiscono i beni all’emporio e altri rivenditori (piccoli negozi, venditori ambulanti ecc.) i quali evidenziano come questa realtà possa sopravvivere facendo “concorrenza sleale” cioè possa concretamente vivere sfruttando “il lavoro gratis” dei propri soci a fronte di chi titolare di un'attività di vendita voglia proporre la stessa tipologia di prodotti ma oltre al costo di acquisto abbia anche in carico il costo del personale e gli oneri fiscali di cui invece la cooperativa è esente.
Sotto altro profilo, non possiamo non notare che il modello GAS si fonda sulla solidarietà e collaborazione tra gli aderenti, sicché la scelta sopra sinteticamente esposta ha una sua giustificazione nelle finalità perseguite dall'associazione.
Al di là di possibili dei profili di criticità sopra evidenziati appare evidente che la realtà delle cooperative autogestite stia assumendo in Italia un ruolo sempre più importante, ed infatti nel maggio 2023 si è costituita a Bologna RICCA: Rete Italiana Cooperative di Consumo Autogestite.
Nessun commento:
Posta un commento