sabato 20 settembre 2025

Continua il trend negativo dei consumatori europei. La fiducia scende come il potere di acquisto

Continua il calo della fiducia dei consumatori europei che ad agosto ha avuto un nuovo calo di -15,5 punti, confermando un clima di incertezza che continua a pesare sulle famiglie. 

Si tratta di un dato significativo, non nuovo (vedi qui) che fotografa non solo l’umore dei cittadini, ma anche le difficoltà di un’economia che fatica a trovare slancio anche perché il potere di acquisto, specialmente in Italia, è in continuo calcolo.


Perché cala la fiducia

Nonostante i progressi nella lotta all’inflazione, i consumatori percepiscono ancora un forte peso sui bilanci domestici. I prezzi dei beni essenziali restano elevati, e molte famiglie faticano a vedere un miglioramento reale del loro potere d’acquisto. A questo si aggiunge la preoccupazione per il lavoro: in diversi settori industriali si intravedono segnali di rallentamento e cresce il timore di instabilità occupazionale.

Il risultato è che le famiglie diventano più caute: rinviano spese importanti, riducono i consumi non essenziali e aumentano il risparmio precauzionale. Un comportamento comprensibile, ma che finisce per frenare la ripresa economica, dato che i consumi privati sono una componente centrale del PIL dell’eurozona.


Un clima di incertezza che non passa

Come anticipato in precedenza, il dato di agosto non è un episodio isolato: da mesi la fiducia dei consumatori si muove in un altalena continua, senza riuscire a recuperare i livelli di ottimismo pre-pandemia. È un segnale importante perché la fiducia, più di altri indicatori economici, anticipa le scelte concrete delle famiglie e spesso rivela in anticipo l’andamento della spesa e dei consumi.


Implicazioni per l’economia

Saremo banali, ma un consumatore sfiduciato è un consumatore prudente. Per questo la debolezza dello stato psicologico del consumatore rappresenta una sfida seria per governi e istituzioni europee. La Banca Centrale Europea, da un lato, dovrebbe mantenere la pressione sull’inflazione; dall’altro, non può ignorare i segnali di fragilità dei consumi, che rischiano di rallentare ulteriormente la crescita.

Anche le imprese, soprattutto nel retail e nei servizi, sono costrette ad adattarsi a un cliente sempre più selettivo e attento al prezzo, rivedendo strategie e offerte.


Il prossimo futuro

Non crediamo che nei prossimi mesi vi saranno dei miglioramenti sostanziali e l'andamento dell'economia verrà messo davanti ad un punto decisivo: senza un recupero della fiducia sarà difficile immaginare una crescita solida e duratura. 

Per noi consumatori, invece, la priorità resta la stessa: proteggere il proprio potere d’acquisto, scegliere con attenzione, e pretendere trasparenza e chiarezza da istituzioni e aziende.

In fondo, la fiducia non è solo una questione di numeri: è la base della vita economica quotidiana. E quando vacilla, il rischio è che a pagarne il prezzo siano proprio le famiglie.

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