lunedì 23 settembre 2024

Attenzione! La nuova gabella bancaria: imporre contratti di consulenza anche col silenzio-assenso

Fonte: Il Fatto Quotidiano
19 agosto 2024

Le banche italiane mal sopportano i risparmiatori cui non riescono a raschiare via molti soldi, perché refrattari ai loro prodotti finanziari o pseudo-assicurativi. Ci vuole una tempra d’acciaio, eppure qualcuno pervicacemente resiste: non si lascia spolpare dal risparmio gestito e continua a fare da sé, comprando alcuni o molti titoli. Ma la banca premurosa non vuole lasciarlo solo: un tipico caso per cui vale il proverbio “Meglio soli che male accompagnati”.

Cos’hanno infatti pensato? A chi ha Btp, Cct, azioni ecc. cercano di appioppare un contratto di consulenza e alcuni addirittura minacciano di chiudere il conto a chi non obbedisce. Il fenomeno è generale. Si va da grosse banche come Intesa-Sanpaolo con la “consulenza evoluta di Valore Insieme”, a realtà minori come per esempio Banca Investis con la “consulenza Universo”. Le tariffe sono pesanti, intorno all’1-1,5% annuo del patrimonio, nell’ordine quindi delle commissioni addebitate da molti fondi comuni.

Sono proposte da rifiutare senza perdere tempo in approfondimenti inutili. Oltre ai consigli interessati, c’è da aspettarsi di essere sommersi da una fiumana di analisi, statistiche, report inutili. Nel caso migliore è beneficienza alla banca, nell’ipotesi più probabile un modo per trovarsi sul groppone fondi, polizze, piani pensionistici e simili, consigliati però in modo “evoluto” e non involuto.

È come se per la propria salute uno s’affidasse per assurdo a un farmacista disonesto. C’è da attendersi che spingerebbe in continuazione ogni tipo di medicina; comunque sempre cure farmacologiche e giammai chirurgiche, che non tratta. Così il sedicente consulente dietro lo sportello consiglierà prodotti su cui la banca arraffa più soldi. Mai e poi mai invece i buoni fruttiferi postali.

Sono inoltre esose le percentuali richieste. Vi sono consulenti veri, cioè di fatto e non solo di nome, che prendono meno. Che poi trovarne uno competente sia impresa ardua è un altro discorso; ma ciò vale pure coi bancari.

Per giunta alcune banche incastrano i clienti col silenzio-assenso. Non è raro che abbiano fatto accettare a tutti un rapporto di consulenza gratuito, giustificandolo come una soluzione per semplificare alcune procedure. A questo punto gli basta comunicare la modifica unilaterale del contratto, che porta la commissione annua dallo zero all’1%. Se uno non risponde entro il tempo previsto, è incastrato. È una specie di pesca a strascico: i più distratti o incompetenti restano impigliati nella rete.

Come in altri casi, corrono rischi soprattutto quanti hanno rinunciato a ricevere in forma cartacea la posta della banca al proprio domicilio (o altro recapito), optando per la documentazione online. Così gli sfuggono facilmente comunicazioni importanti. Richiedere quindi senza indugio la ripresa degli invii per posta. Carta canta. 

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