lunedì 23 giugno 2025

Influencer marketing - bene l'intervento dell'Antitrust

Fonte: comunicato stampa
11 giugno 2025
Sanzionati Big Luca e Michele Leka perché promuovevano strategie per ottenere alti guadagni senza chiarire la natura pubblicitaria delle comunicazioni diffuse. Hanno invece presentato impegni, accolti dall’Autorità, Luca Marani, Alessandro Berton, Hamza Mourai e Davide Caiazzo. Nello stesso settore, all’inizio dell’anno, l’Autorità aveva già concluso con moral suasion altri 4 interventi.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso le istruttorie nei confronti di Luca Marani, Alessandro Berton, Hamza Mourai, Davide Caiazzo, Luca De Stefani e Michele Leka. Nei confronti dei primi quattro i procedimenti sono stati chiusi con impegni, mentre De Stefani e Leka sono stati sanzionati per complessivi 65 mila euro. Le istruttorie erano state avviate a luglio 2024 perché gli influencer pubblicavano sistematicamente, su piattaforme social e siti internet, foto e/o video in cui venivano offerti consigli a pagamento per ottenere “importanti guadagni facili e sicuri”, sulla falsariga del modello vincente da loro incarnato, senza peraltro utilizzare alcuna dicitura di advertisement per informare i consumatori della natura pubblicitaria dei contenuti diffusi. Inoltre non venivano evidenziati adeguatamente elementi rilevanti per le decisioni di acquisto come il costo dei beni e/o dei servizi offerti.

domenica 22 giugno 2025

Utilizzo illegittimo dati personali - corretta la sanzione del Garante Privacy

Non possiamo che essere d'accordo con il provvedimento n. 278 dello scorso 29 aprile 2025, con il quale il Garante Privacy ha sanzionato una società di intermediazione immobiliare per violazione dei dati personali.

Oggetto dell'intervento dell'Autorità garante è, ancora una volta, il marketing telefonico e l'uso improprio dei dati personali fatto da parte di professionisti, i quali sono più interessati a trovare nuovi clienti invece che trattare in modo adeguato le informazioni dei destinatari delle telefonate. 

Nel caso di specie, il Garante ha accertato diverse violazioni da parte della società, tra le quali la mancanza di controlli adeguati; gestione superficiale della privacy e una generale non conformità alle regole del GDPR. 

Sotto quest'ultimo aspetto, l'Autorità ha censurato la gestione delle informazioni operata dal professionista, il quale non ha saputo dimostrare di avere una organizzazione seria e responsabile dei dati personali.

La società è stata oggetto di sanzione per le seguenti carenze:

  • mancanza di controlli interni sui flussi dati;
  • assenza o incompletezza delle informative;
  • registri trattamenti non aggiornati o inesistenti.

Di fatto, la gestione della privacy è risultata, o almeno così ci pare di comprendere, improvvisata da parte di una società che tratta i dati personali dei consumatori con continuità periodica. 

Provvedimento Garante Privacy n. 278 del 29 aprile 2025.

sabato 21 giugno 2025

Dark Pattern: manipolazione digitale e tutela del consumatore

Torniamo a trattare i dark patterns, argomento che ha suscitato deciso interesse, e che rappresentata la nuova, e più estrema, forma di alterazione digitale della volontà dei consumatori e il loro repentino sviluppo ha costretto le autorità nazionali e sovranazionali ad intervenire per tutelare i mercati.

Ma cosa si intende per dark pattern e quali sono le difese previste in favore del consumatore? affrontiamo l'argomento ben sicuri che in seguito, dovremo necessariamente ritornare a trattare la questione.

- Dark patterns

Vengono usualmente definiti gli schermi oscuri (dark patterns), l'insieme delle tecniche o degli interfaccia creati nel web per manipolare, alterare o ingannare il consumatore, portandolo ad esprimere consensi, o comunque compiere determinate azioni che, se correttamente informato ed avvisato, no avrebbe mai conferito o realizzato. 

Si tratta, molto spesso, di schemi fondati su un insieme di interfacce digitali, come ad esempio pagine web o applicazioni mobili, il cui fine è quello di raggirare l'interesse dell'utente ed ottenere specifici vantaggi, la gran parte delle volte di natura monetaria.

- Tipi di dark patterns

Vi sono diverse tipologie di dark patterns, come ad esempio:

Sviamento: Gli utenti vengono guidati o spinti a compiere una determinata azione deviando la loro attenzione o utilizzando indizi fuorvianti. Ad esempio, rendendo difficile trovare un pulsante per annullare l'iscrizione o posizionando un annuncio camuffato da pulsante di download.

Costi nascosti: I dettagli relativi ai prezzi o alle sottoscrizioni vengono intenzionalmente oscurati o presentati in modo confuso per rendere difficile per gli utenti comprendere il vero costo di un prodotto o servizio. Ciò può includere l'aggiunta di articoli extra al carrello della spesa senza il consenso dell'utente o l'iscrizione automatica degli utenti a servizi a pagamento aggiuntivi durante il processo di acquisto.

Continuità forzata: Gli utenti vengono automaticamente iscritti o sottoscritti a un servizio o abbonamento senza un consenso chiaro o esplicito. Annullare l'iscrizione o optare per la disattivazione di questi servizi può essere intenzionalmente complicato o richiedere molto tempo, scoraggiando gli utenti dal farlo.

Roach Motel: È facile entrare in una determinata situazione o iscriversi a un servizio, ma deliberatamente difficile uscirne o annullare l'iscrizione. Questo è spesso riscontrato nelle prove gratuite che richiedono informazioni sulla carta di credito, rendendo difficile annullare prima di essere addebitati.

Prova sociale: Gonfiare falsamente la popolarità o le recensioni positive di un prodotto o servizio per creare un senso di urgenza o pressione sociale sugli utenti. Ciò può comportare la visualizzazione di testimonianze inventate o la manipolazione artificiale di valutazioni e recensioni.

Spostamento gentile: Spingere gli utenti verso una scelta o un'azione specifica progettando l'interfaccia in modo da favorire un comportamento desiderato. Ciò può includere opzioni predefinite che favoriscono il fornitore del servizio o rendere alcune scelte più evidenti di altre.

venerdì 20 giugno 2025

lunedì 16 giugno 2025

Attenti ai falsi messaggi a firma “Comando Carabinieri per la tutela dell’informatica”

Fonte: comunicato stampa
9 giugno 2025
E’ in corso una campagna di phishing riguardante false convocazioni giudiziarie a firma “Comando Carabinieri per la tutela dell’informatica”.

La comunicazione presenta il logo istituzionale dei Carabinieri per rendere più credibile il messaggio e avvisa la vittima dell’avvio di un’inchiesta per “utilizzo improprio della rete”.

È una truffa! Nessuna forza di Polizia contatta mai direttamente i cittadini, attraverso email o sms, per chiedere loro dati personali o pagamenti in denaro, con la minaccia di procedimenti penali a loro carico.

Condividi il messaggio e per informazioni e segnalazioni scrivi alla Polizia di Stato attraverso il sito ufficiale della Polizia Postale www.commissariatodips.it




domenica 15 giugno 2025

Che sia vero risarcimento se Poste Italiane ritarda la consegna (non solo il costo del francobollo)

Il provvedimento oggetto di questo nostro commento riguarda di Poste Italiane e cosa si può ottenere, come risarcimento, nel caso del ritardo nella consegna.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8070/2024, ha segnato un punto fermo nella eterna battaglia tra l'ex monopolista del servizio postale e gli utenti: se una spedizione arriva in ritardo e causa un danno, Poste Italiane non può cavarsela con il solo rimborso del costo della spedizione (come i famosi 9 euro del “Posta Celere”), ma deve risarcire il danno reale, se dimostrato e prevedibile.

Occorre premettere che il caso sottoposto all'attenzione degli Ermellini è estremamente particolare, in quanto riguardava un’offerta per una gara d’appalto arrivata in ritardo proprio a causa del disservizio postale. 

La società mittente, rimasta esclusa nonostante la sua fosse l’offerta migliore, ha citato in giudizio Poste chiedendo i danni per il ritardo nella consegna. Quest'ultima si è difesa, tra l'altro, invocando le varie clausole limitative della responsabilità. 

La vicenda è terminata in Cassazione, la quale ha detto NO: quelle clausole sono nulle, perché in contrasto con principi costituzionali e con la parità tra utenti e gestori del servizio.

Cosa significa per i consumatori?

Se una società pubblicizza un servizio - "veloce e garantito"-  nel caso di malfunzionamento, i diritti dei consumatori devono essere tutelati in modo più efficace. Poste Italiane non può limitarsi a restituire il prezzo pagato, ma deve rispondere dei danni.

Una vittoria per il principio della responsabilità vera e non solo simbolica, a tutela di chi si affida – in buona fede – a servizi essenziali.

Corte di Cassazione III^ Sez. Civ. Ordinanza n. 8070/2024 (visibile con browser Opera - VPN attivo).

sabato 14 giugno 2025

Autovelox 2025: cosa cambia per i cittadini?

Lo scorso 12 giugno 2025 è entrato in vigore il nuovo "Decreto autovelox", norma che ha introdotto nuove regole per l’installazione e l’utilizzo dei dispositivi di rilevazione della velocità su strade urbane, extraurbane e autostrade. 

Il provvedimento, voluto dal Ministero delle Infrastrutture, punta a regolamentare l’impiego degli autovelox e a tutelare maggiormente i cittadini, spesso vittime di sanzioni discutibili o di rilevazioni poco trasparenti.

Vediamo quali novità sono state introdotte.


- Autovelox: stop all’installazione selvaggia da parte dei Comuni

Fino ad oggi molti Comuni installavano autovelox senza particolari vincoli, spesso con l'obiettivo più di fare cassa che di garantire la sicurezza stradale. Dal 12 giugno 2025, tale condotta non è più consentita in quanto le singole amministrazioni comunali non possono più decidere autonomamente l’installazione di nuovi dispositivi.

La norma prevede, infatti, un accordo preventivo tra amministrazione locale  e Prefettura per l'installazione dell'autovelox.

Altro aspetto innovativo riguarda la gestione operativa del servizio di rilevazione delle sanzioni amministrative che non può più essere appaltato a società esterne o private, ma deve essere svolto esclusivamente dalle forze di polizia.

In questo modo il legislatore intende evitare derive speculative e garantire che gli autovelox vengano impiegati esclusivamente per finalità di sicurezza stradale.

venerdì 13 giugno 2025

La polizza del capofamiglia


Fonte: IVASS

lunedì 9 giugno 2025

Fondi pensione. Ecco perché gli sbandierati vantaggi fiscali non reggono alla prova dei numeri

Fonte: Il Fatto Quotidiano
5 maggio 2025
L’argomento delle imposte è il più usato e anche il più convincente a favore della previdenza integrativa. Sono frequentissimi discorsi del tipo: “Destinando ad essa il trattamento di fine rapporto (Tfr), esso verrà tassato al massimo al 15% anziché al 23% o peggio. Ciò significa almeno un 8% in più di rendimento, per cui è sicuro che il trasferimento conviene, anche se i titoli nel fondo pensione rendono poco”.

Peccato che i conti della serva facilmente ingannino, soprattutto quando valutazioni accurate sono tutt’altro che semplici. Per questo il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha recentemente organizzato un convegno su "I vantaggi fiscali dei fondi pensione alla prova dei numeri" da cui sono emerse conclusioni che smentiscono quanto affermato su fondi pensione e simili.

domenica 8 giugno 2025

Acquisto di auto con leasing: ricordatevi di controllare quanti sono i precedenti proprietari del veicolo

Il provvedimento oggetto del nostro commento domenicale è finalizzato a dare un consiglio a chi acquista un veicolo usato, anche sottoforma di leasing finanziario.

Invero, con l'ordinanza del 14 dicembre 2023, la Suprema Corte ha offerto un chiarimento rilevante in tema di leasing finanziario, ribadendo un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato ma ancora spesso frainteso nella prassi contrattuale e nei contenziosi tra consumatori, intermediari finanziari e fornitori.


    a.- Come funziona il contratto di leasing finanziario

Nel contrato di leasing finanziario, il consumatore conclude un accordo con il quale diviene utilizzatore del veicolo per un periodo di tempo, dietro il versamento di un canone periodico, con la possibilità, in seguito, di diventare proprietario dell'auto, dopo aver pagato una somma prestabilita. 

La Suprema Corte, con il provvedimento oggetto di segnalazione, ha confermato l'orientamento giurisprudenziale secondo il quale in questa fattispecie non siamo di fronte ad un contratto trilaterale (concessionario - società di leasing - consumatore/utilizzatore), bensì un insieme di due contratti bilaterali e distinti, ma funzionalmente collegati.

In particolare, abbiamo:

  •  un contratto di leasing tra la società di leasing e il consumatore con il quale la prima concede il godimento del bene (utilizzo) dietro il pagamento di un canone periodico;
  • Il contratto di compravendita tra la società finanziaria e la concessionaria.

Solo nel caso di acquisto finale del veicolo, vi sarà il trasferimento della proprietà verso il consumatore.

Vi ricordiamo che non è obbligatorio che sia la concessionaria a proporvi il contratto di leasing, attraverso un loro finanziatore di fiducia, potendo lo stesso consumatore rivolgersi ad altri operatori di mercato (anche la propria banca) e negoziare le condizioni contrattuali.

Come sottolineato dalla Cassazione, l'elemento centrale in questo rapporto contrattuale deve essere individuato nell'“adiectus solutionis causa” (cioè destinatario/consumatore dell’effetto utile dell’obbligazione, seppure estraneo al rapporto giuridico di compravendita).

Ne consegue che l'utilizzatore (il consumatore) sopporta il rischio del bene sin dalla consegna, pur non essendo formalmente parte del contratto di acquisto, e ciò giustifica una particolare attenzione in chiave di tutela del consumatore, specie per quanto riguarda vizi del bene, sua conformità e adeguatezza all’uso pattuito.


    b. Tutela del consumatore e trasparenza informativa

Nel caso di contratto di leasing avente ad oggetto un acquisto di un veicolo usato, assumer rilievo l’informazione precontrattuale, nonché della trasparenza sullo stato e sulla storia del bene oggetto della locazione.

Vi ricordiamo che vigono, anche in questo caso, le norme generali di correttezza e buona fede (artt. 1175 e 1375 c.c.) e la disciplina prevista in materia di pratiche commerciali scorrette (artt. 20-23 Codice del Consumo), nonché la normativa sul credito ai consumatori, ove applicabile (D.lgs. 141/2010 e ss.) (per alcuni suggerimenti per l'acquisto di un auto usata, clicca qui).

Uno degli aspetti più importanti, quando si parla di acquisto di veicolo usato, è la conoscenza dei precedenti utilizzatori dell'automobile, elemento che discrimina sotto il profilo del valore del bene.

Occorre premettere che non esiste un obbligo da parte del concessionario di comunicare il  numero di precedenti intestatari del veicolo (bene spesso oggetto di leasing), ma può rilevare ove taciuta dolosamente, ovvero quando il veicolo viene presentato - magari con slogan pubblicitario - vantandone come una specifica caratteristica del bene (es. definizione come “unico proprietario”, “pari al nuovo” ecc.).

Nel caso di non corrispondenza del messaggio pubblicitario con il reale stato del veicolo, tale condotta può essere oggetto di richiesta di risarcimento danni o riduzione del prezzo.

Ma il consumatore può autonomamente controllare quali sono i precedenti utilizzatori?

E' possibile ottenere una visura del veicolo oggetto di acquisto attraverso l'ACI al costo di euro 6.00, (attraverso il versamento via pagoPa) secondo le seguenti modalità:

  • VISURENET servizio online accessibile dal sito ACI (clicca qui)
  • ACI Space, l'APP per IOS e Android: costo € 6,00;
  • Delegazioni ACI e Agenzie di pratiche auto in possesso dell'autorizzazione provinciale (L. 264/1991) oltre l'eventuale commissione richiesta dall'intermediario.

Il provvedimento della Cassazione focalizza la propria attenzione sul rapporto contrattuale che si crea con il leasing finanziario, ma ci consente anche di tornare a trattare le questioni relative all'acquisto, anche con il leasing finanziario, di un'automobile usata.

Con il leasing viene rafforzata la necessità di una maggiore responsabilizzazione informativa del concedente e del fornitore del bene, specie nei confronti del consumatore, che si trova ad assumere rischi tipici della proprietà (vizi, malfunzionamenti, svalutazione) senza averne i diritti pieni, almeno fino all’eventuale riscatto.

Di seguito, il provvedimento della Suprema Corte (visibile con browser Opera - VPN attivo)

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