E' notizia degli ultimi giorni che si sia conclusa con un accordo l'azione collettiva avviata dai consumatori americani verso Hewlett-Packard (HP) per la vicenda toner e cartucce.
E' noto che HP adotta un sistema di firmware con i quali la macchina si blocca(va) con l'utilizzo di cartucce non originarie, così obbligando i consumatori ad acquistare i toner originari ad un costo più elevato.
L’azione è stata avviata negli Stati Uniti da varie associazioni dei consumatori, nella speranza di poter ottenere una reale tutela dei loro diritti, ma a distanza di cinque anni non pare proprio che la class action abbia soddisfatto i promotori che avevano avviato l'iniziativa giudiziaria in California.
Con l'accordo transattivo, HP non ha riconosciuto alcun illecito e potrà continuare ad usare il suo sistema che limita l'utilizzo di altri toner "non originali", attraverso il Dynamic Security, che resta un meccanismo palesemente progettato per tutelare/limitare la libera scelta dell'utente finale nell'utilizzo di cartucce e toner.
Ai consumatori è lasciata la possibilità di rifiutare gli aggiornamenti, ma di fatto adottando questo tipo di soluzione, ad un certo punto la stampante risulterà obsoleta sotto il profilo del software e quindi non utilizzabile.
La soluzione adottata negli Stati Uniti non impone alcun obbligo a HP di rimuovere i blocchi o di risarcire tutti i clienti danneggiati, né introduce regolamenti più rigidi per evitare che altre aziende seguano lo stesso esempio.
Questa class action, più che una vittoria per i consumatori, si è rivelata un’occasione mancata. HP è uscita praticamente indenne dalla causa, mentre gli utenti si ritrovano ancora prigionieri di una politica aziendale aggressiva e restrittiva. Invece di rappresentare un monito per il settore, questa vicenda rischia di diventare la prova che le grandi aziende possono permettersi di ignorare gli interessi dei consumatori senza subire reali conseguenze.
Ancora una volta, la soluzione a questo tipo di problemi non è giuridica, ma pratica come suggerisce il sito web hdblog.it: "In seguito alla vicenda, HP ha modificato le pagine prodotto scrivendo che le sue stampanti sono "destinate a funzionare solo con cartucce dotate di un chip HP nuovo o riutilizzato", e che viene utilizzato Dynamic Security (impedendo dunque il funzionamento dei dispositivi) "per bloccare le cartucce che integrano un chip non HP". Se si vuole comunque cogliere del buono, ci si può appigliare a un termine: "riutilizzato". Si possono installare e usare normalmente insomma cartucce e toner non originali a condizione che all'interno di esse sia trasferito il chip originale HP tolto da cartucce e toner esauriti, affinché Dynamic Security non vada in allarme e non paralizzi il funzionamento delle stampanti.".
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