Fino a
5000 metri quadrati di superficie compattati in solo grammo di peso.
Un po’ come far entrare un supermercato nelle dimensioni di una
pillola. È la proprietà di compressione di due nuovi materiali
realizzati dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca
nell’ambito del Progetto H2-Ecomat.
I due
nuovi materiali – che appartengono alle categorie dei Materiali
sintetici iperreticolati (MIR) e dei Materiali porosi di origine
biologica (MPOB) – si comportano come spugne con gallerie di
dimensioni nanometriche. Questa prerogativa permette di assorbire gas
inafferrabili come idrogeno, metano e anidride carbonica. Sono stati
realizzati in circa due anni di ricerca nel dipartimento di Scienza
dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca e presentati
questa mattina nel corso di un convegno sui risultati finali del
progetto H2-Ecomat. Il progetto ha un valore complessivo di 750 mila
euro, di cui 375 mila finanziati dalla Regione Lombardia.
Il
team di lavoro , coordinato da Piero Sozzani, ordinario di Chimica
Industriale presso il dipartimento di Scienza dei materiali
dell’Ateneo milanese, ha studiato e realizzato i due materiali
innovativi dotati di un elevatissimo grado di porosità, che alla
vista hanno l’aspetto di una polvere e si comportano proprio come
delle “spugne”. Infatti, se la polvere viene inserita in una
bombola o in un qualsiasi altro contenitore, è in grado di ridurre
la pressione del gas, a parità di volume, fino a 30-80 atmosfere. Ad
esempio, in un recipiente di un litro riempito di materiale
assorbente è possibile stoccare fino a 40 litri di metano a zero
gradi.
Le
nanospugne oltre a ridurre la pressione hanno anche la proprietà di
rilasciare i gas al termine dello stoccaggio mantenendone inalterate
le caratteristiche e possono essere rapidamente usate per un nuovo
ciclo di assorbimento. Alcuni dei nuovi materiali, per i quali è già
in corso il deposito del brevetto, derivano dalla soia, sono
biodegradabili e privi di metalli pesanti: il che permette di
smaltirli tra i rifiuti organici al termine del loro ciclo di
vita.
«Le ricadute tecnologiche - ha detto il professor Piero
Sozzani - sono facilmente prevedibili. Diventa finalmente possibile
lo stoccaggio di gas a minori pressioni di esercizio, ovvero a
pressioni poco pericolose. Finora, le tecnologie comunemente
applicate prevedono di ricorrere ad altissime pressioni o di
liquefare i gas a temperature molto basse con sistemi frigoriferi,
che consumano però una grande quantità di energia».
Numerosi
i settori industriali nei quali questi materiali possono trovare
impiego, primi tra tutti quello del’auto e della distribuzione di
energia. I serbatoi di metano delle auto equipaggiati con le
nanospugne possono contenere più carburante per una maggiore
autonomia e azzerare i rischi di esplosione. Nel campo energetico
l’impiego di questi materiali può avvenire sia nella fase di
trasporto dei gas (nave, treno, gasdotti) sia nella fase di
distribuzione, riducendo notevolmente i costi di rigassificazione,
eliminando la necessità di “congelare” il gas.
«Stiamo
entrando ora nella fase del trasferimento tecnologico alle aziende
del settore dei trasporti pubblici e privati e della distribuzione di
energia. Numerose industrie hanno espresso interesse per i risultati
ottenuti sui materiali innovativi e ci sono segnali per un impatto
sulle assunzioni di giovani da noi formati , che abbiano le capacità
di seguire il percorso di scale-up e di implementazione tecnologica
delle scoperte. E questo rappresenta un ulteriore esempio di
efficacia e di eccellenza della ricerca italiana», ha concluso
Sozzani.
fonte: ecomotori.net
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