Nell’ ambito degli
investimenti circola un luogo comune, messo in giro ad arte, ossia che con i
grossi capitali si avrebbe accesso a soluzioni migliori. La cosa non è quasi mai vera.
I fondi hedge, che richiedono
un minimo di 500 mila euro, sono stati campioni nel far perdere barche di
soldi. Non parliamo poi dei cosiddetti family office, specializzati nel
blandire e adulare facoltosi eredi incompetenti, cui vengono appioppati prodotti
molto spesso peggiori di quelli piazzati dalle banche.
C'è però un'eccezione:
nell'ambito del reddito fisso avere ampie disponibilità dà maggiore libertà di
manovra. Da alcuni anni parecchie aziende italiane hanno infatti preso la
brutta abitudine di emettere obbligazioni solo con tagli da 50 o 100 mila euro,
complice anche una normativa molto discutibile.
È il caso per esempio della
Fiat, a differenza della francese Peugeot. Ma pure della Buzzi-Unicem, della
Piaggio, di Fincantieri ecc. Ne consegue che può diversificare bene anche in
tali settori, solo chi possiede un patrimonio cospicuo. Altrimenti l'acquisto
di tali prestiti porta a una concentrazione degli investimenti inopportuna.
Inoltre i titoli di piccolo
taglio di alcune società emittenti rendono meno di quelli di grosso formato:
Finmeccanica, Unicredit, Banca Mps ecc.
Quando poi non sono gli
emittenti o il mercato, ci pensano le banche italiane a mettere i bastoni fra
le ruote ai piccoli risparmiatori.
Mettiamo che uno, tanto per
cambiare, voglia qualche obbligazione assicurativa. Per esempio un'interessante
emissione dell'Unipol con scadenza nel 2021, tasso variabile e 1.000 euro di
taglio minimo.Mettiamo anche che, per sua sfortuna, sia cliente di
Intesa-Sanpaolo e ingenuamente vada fiducioso allo sportello per comprarne 5 o
10 mila euro.
Regolarmente si sentirà
rispondere che per i titoli trattati sull'euromercato la policy (bella parola!)
della banca è accettare solo ordini di almeno 50 mila euro. Se per lui sono
troppi, subdolamente gli verrà proposto qualche fondo comune. Ma farà bene a
evitarli tutti, perché significherebbe affidare i propri risparmi agli
sfasciacarrozze del risparmio gestito. Per giunta in piena mancanza di
trasparenza.
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