sabato 25 gennaio 2020

L’inutile guida Consob per investire: prima la produce, ma poi la rinnega

Fonte: Il Fatto Quotidiano
25 novembre 2019
È un po’ strano che la Consob, ente di vigilanza per gli investimenti e i mercati finanziari, declini ogni responsabilità per proprie pubblicazioni. I suoi buffi decaloghi per l’investitore sarebbero colpa di alcuni studenti alle prime armi. Anche il recente Rapporto Consob 2019 sulle “Scelte di investimento delle famiglie italiane” non andrebbe “attribuito né a essa né ai suoi vertici”. Noi però siamo sempliciotti, per cui ci incaponiamo a credere che documenti marchiati Consob e diffusi dalla Consob rimandino a essa e non, per esempio, all’Associazione Apicoltori Biologici del Beneventano.


Purtroppo parecchi aspetti della ricerca lasciano a desiderare. Si parla moltissimo di consulenti, senza curarsi della stortura per cui in Italia possono fregiarsi di tale etichetta anche venditori a libro paga di una banca o una rete porta a porta. Facendo così d’ogni erba un fascio, bancari e promotori vengono confusi con gli esperti che davvero forniscono consulenze e non vendono nulla.

Ai risparmiatori sono stati proposti quiz matematico-finanziari o probabilistici, del genere “testa o croce” o “lancio 1.000 volte di un dado”. Le risposte ricevute proverebbero che “la cultura finanziaria degli italiani si conferma molto contenuta”, nonché il “basso livello di numeracy: il 54% del campione non è in grado di eseguire un semplice calcolo percentuale”. Siamo alle solite: i risparmiatori italiani hanno preso batoste perché stupidi e ignoranti, mica perché raggirati.


Altre sarebbero le domande da porre, per valutare e magari prevenire i rischi che vengano imbrogliati. Ovvero per esempio, spaziando su vari campi:
  1. Lo sa che tutta la previdenza integrativa non offre tutele contro l’inflazione?
  2. Lo sa che può ritrovarsi come interlocutore in banca chi ha rifilato diamanti-bidone?
  3. Lo sa che il contante è più sicuro di conti e libretti, perché le banche possono fare crac, la banca centrale invece no? (Copyright Bundesbank, cioè la banca centrale tedesca.).
Ma, a quanto pare, tutto questo non interessa alla Consob. Come farà allora per difendere i risparmiatori italiani? Lo si evince dalla presentazione del rapporto da parte di due sue autrici, Nadia Linciano e Paola Soccorso. Leggiamo infatti che “le sfide” da affrontare coincidono testualmente con “Le tre E dell’educazione finanziaria: enhancement, engagement, evolution”. Sinceramente non capisco cosa diavolo significhi. Mi vengono in mente le tre I di Berlusconi: Internet, impresa, inglese, ma probabilmente era un’altra cosa. 


In ogni caso suona bene: enhancement, engagement, evolution…

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