lunedì 19 ottobre 2020

14 euro - così PayPal "valorizza" il reclamo del consumatore

Il fenomeno non nuovo ed anzi PayPal è solo l'ultimo caso ove una grande società decide di attribuire un valore monetario preventivo al reclamo tra consumatore e venditore.

E' interessante, sotto tale profilo, che un soggetto intermediario (colui che materialmente sposta i denari dall'acquirente al venditore) arrivi a gestire il contrasto tra consumatore e soggetto venditore.

Da parte di molti operatori è stato positivamente accolto l'annuncio di PayPal, la quale ha deciso di modificare, a partire dal 16 dicembre 2020, le condizioni contrattuali, tariffando le contestazioni nelle transazioni di vendita di beni e servizi. 

La società, con un annuncio pubblicato sul sito web nei giorni scorsi, ha stabilito che nel caso di reclamo avanzato dal consumatore, il venditore si vedrà applicata una tariffa di 14 euro (per la contestazione standard).

Con tale novità, il consumatore che solleva una contestazione al venditore può convertire il proprio reclamo in un importo di euro 14,00 che viene accreditato direttamente da PayPal nel suo "borsellino" digitale.

Il caso più concreto che viene posto, da più parti, come esempio è quello dell'acquisto di un bene (o servizio) non corrispondente a quello veicolato in rete: in questo caso, a fronte della contestazione aperta dal consumatore, quest'ultimo può convertirla in un reclamo ed ottenere una somma di quattordici euro.

Come premesso, esistono due tipi di tariffe: la tariffa per le contestazioni standard (14,00 euro) e quella per le contestazioni di volumi elevati: come chiarito da PayPal tale secondo caso riguarda i casi in cui il venditore è soggetto a più contestazioni per le vendite operate negli ultimi mesi. In tali casi, PayPal può addirittura intervenire e chiedere chiarimenti al professionista.

Insomma, PayPal arriva a svolgere l'attività di sceriffo e controllare essa stessa l'attività dei venditori, determinando il risarcimento previsto per i consumatori e le condotte che devono essere sanzioniate.

Questo sistema riguarda, peraltro, solo gli acquisti per importi limitati e peraltro sembra affiancare (ma non sostituire?) il sistema del il chargeback ove l'acquirente può chiedere direttamente alla propria banca l'accredito della somma addebitata per il bene contestato.

PayPal arriva ad assumere un ruolo centrale nella vendita, imponendo ai venditori delle somme aggiuntive a loro carico che si avvicinano a nuove imposte, senza aver ben chiaro il criterio con il quale l'intermediario arriverà ad addebitare le somme al venditore.

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