domenica 17 aprile 2016

Canone RAI - il Consiglio di Stato "blocca" la riforma......per ora

La riforma del canone RAI viene bloccata temporaneamente dal Consiglio di Stato con la recente sentenza n. 915/2016 che potete leggere di seguito.

Occorre premettere che lo scorso mese di dicembre, con la legge di stabilità 2016 aveva introdotto una sostanziale modifica del canone RAI, prevedendo l'obbligo di inclusione il pagamento dell'imposta attraverso le bollette dell'energia elettrica.

Il nuovo sistema, finalizzato a far pagare a tutti i possessori di un apparecchio televisivo il canone RAI, prevede la partecipazione attiva delle compagnie del settore elettrico chiamate a riscuotere il canone per conto del Ministero.

Successivamente, è stato predisposto uno specifico decreto attuativo della novella introdotta con la legge di stabilità, ed oggetto delle censure sollevate dal Consiglio di Stato.

I giudici hanno rilevato, in primo luogo, la violazione del termine previsto per l'adozione del decreto attuativo della riforma prevista ex articolo 1, comma 154 della legge n. 208/2015 (legge di stabilità).

Il Consiglio di Stato, però, ha rilevato notevoli criticità di merito del sistema normativo predisposto attraverso le norme oggetto di censura, evidenziando alcune gravi carenze, come ad esempio l'assenza della definizione del presupposto di imposta, ossia apparecchio televisivo: "Sotto un primo profilo la Sezione rileva che nel testo del regolamento manca un qualsiasi richiamo ad una definizione di costa debba intendersi per apparecchio televisivo, la cui detenizione comporta il pagamento del relativo canone di abbonamento prescindendo dall'effettivo numero di apparecchi posseduto dal singolo utente[...]".

E quindi, anche sotto il profilo del numero di apparecchi posseduto dal singolo contribuente, la norma è estremamente generica non considerando tutti i potenziali strumenti tecnologici moderni, idonei alla trasmissione di programmi televisivi.

Il suggerimento dei giudici è chiaro ed inequivocabile "precisare, dunque, nel regolamento che il canone di abbonamento è dovuto solo a fronte del possesso di uno solo o più apparecchi televisi in grado di ricevere il segnale terreste o satellitare  direttamente o tramite decoder costituirebbe un elemento informativo particolarmente utile per i cittadini sia in relazione agli obblighi contributivi che i medesimi devono assolvere sia in riferimento all'autodichiarazione concernente il mancato possesso di apparecchi che gli stessi devono effettuare e alle conseguenze di carattere penale che possono derivare da una dichiarazione mendace, in base alle norme vigenti in materia".

Altro aspetto oggetto di analisi è lo scambio di informazioni che deve intervenire tra i diversi soggetti coinvolti nella riforma e che a parere del Consiglio di Stato  non è normativamente definito ed espresso in modo chiaro ed inequivocabile.

Per tale ragione, il Consiglio di Stato ha disposto la sospensione del parere in attesa di alcune modifiche del decreto predisposto dall'Amministrazione volto a superare i dubbi sollevati con la sentenza che potete leggere qui di seguito.


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