sabato 25 marzo 2017

Se chi risparmia ci rimette, la colpa è sua: lo dice Bankitalia

Fonte: Il Fatto Quotidiano
“I risparmiatori sono ignoranti, incompetenti. È colpa loro, se perdono soldi”. Questa è la litania del sistema bancario italiano: ribaltare sui clienti la responsabilità dei propri tiri mancini, come vendergli le proprie azioni non quotate a prezzi esorbitanti, rifilargli le proprie obbligazioni nascondendone i rischi ecc.



Però c’è di peggio: è l’opera diuturna di fiancheggiamento a tale strategia da parte della Banca d’Italia e altri soggetti pubblici. Una triplice conferma arriva dal convegno svoltosi il 18 gennaio a Roma, in via Nazionale “L’educazione finanziaria in Italia: oggi e domani”.

Chi erano gli organizzatori? Banca d’Italia, Ivass, Covip, Consob insieme però alla Feduf, una fondazione costituita da 70 banche, e al Museo del Risparmio di Intesa-Sanpaolo. È come il Ministero della Salute organizzasse un convegno sulla ludopatia assieme con Lottomatica, Snai, il Casinò di Saint-Vincent ecc.

La moderatrice era Debora Rosciani della radio del Sole 24 Ore. Nelle sue trasmissioni ospita regolarmente venditori di polizze e fondi che fanno propaganda a risparmio gestito e previdenza integrativa.


Fra i relatori Luigi Guiso che il 26 aprile 2016 scriveva sul Sole 24 Ore: “Su un periodo di 30 anni un euro investito sul mercato azionario può risultare in un capitale alla pensione di 10 euro e un vitalizio di 0,7 euro l’anno per ogni 10 di capitale”.


Guiso è membro dell’Einaudi Institute for Economics and Finance e Axa Professor of Household Finance, “cattedra” finanziata dal gruppo assicurativo Axa.

Una tale crescita implica un rendimento medio dell’8% annuo composto per trent’anni, al netto dell’inflazione e a logica anche delle imposte. Un’ipotesi iperbolica, fuori da ogni prudente aspettativa. Peccato che proprio sulla base di tale prospettiva il lettore sia invitato a “investire in fondi pensionistici con elevata componente azionaria globale”, come per esempio quelli gestiti proprio da Axa. Ma soprattutto non viene detto che il risultato finale può anche essere una perdita secca.

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