Fonte: Il Fatto Quotidiano
13 maggio 2019
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Dopo un lungo tira e molla sono stati modificati gli indennizzi per gli azionisti e obbligazionisti delle banche “fallite” gli anni scorsi. Cioè le due venete, le quattro liquidate all’unisono nel 2016 e altre minori: Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Banca Etruria, Banca Marche ecc.
La Legge di Bilancio per il 2019 prevedeva entro fine gennaio l’emanazione di norme attuative. Invece si è arrivati a fine aprile con un decreto legge che ha cambiato le carte in tavola. E hanno una bella impudenza a cantar vittoria varie associazioni di consumatori a fronte di modifiche sostanzialmente peggiorative.
In particolare con la formulazione precedente era automatico un indennizzo del 30% per tutti gli azionisti e del 95% per tutti gli obbligazionisti coinvolti. Ora l’automatismo c’è solo avendo un reddito imponibile 2018 sotto i 35 mila euro e/o un patrimonio mobiliare sotto i 100 mila. Per altro molti in tali condizioni già prima godevano di una priorità temporale nei rimborsi.
Ma tutto ciò non piace all’establishment e in particolare al Corriere della Sera, che s’impegna per mettere sotto cattiva luce gli indennizzi. Tira in ballo la speculazione e la solita pretesa ignoranza finanziaria, che non c’entrano, passando invece sotto rigoroso silenzio la loro vera giustificazione.
I rimborsi ai risparmiatori coinvolti non sono stati una liberalità strampalata del governo in clima natalizio. Essi traggono origine e giustificazione nelle responsabilità di chi aveva il “dovere di disciplinare, coordinare e controllare l’esercizio del credito” e nelle “violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza”, come scritto nella Legge di Bilancio. Ma di questo il Corriere della Sera non parla. È poi totalmente falso che “qualche speculatore realizzi così invidiabili plusvalenze”.
Con formulazione chiarissima la legge prevede indennizzi sempre rigorosamente inferiori al costo d’acquisto! Semmai è vergognoso che avendo immobili per due milioni di euro e 90 mila euro sul conto spetti comunque il rimborso automatico, negato invece ad altri che neppure posseggono la loro casa ma hanno titoli per 110 mila euro. Alla faccia della tiritera che lo Stato vesserebbe la proprietà immobiliare.
A ogni modo, visti i precedenti, prima di mettersi il cuore in pace o dare tutto per perso, sarà meglio aspettare la conversione del decreto legge e, per gli interessati, le disposizioni dettagliate per i rimborsi non automatici.
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