giovedì 21 aprile 2011

AUTOBUS: IL BIGLIETTO E' NOMINATIVO E I COSTI A CARICO DI TUTTA LA COLLETTIVITA'

Provincia di Trento - comunicato n. 912/11

In merito ad un'iniziativa presentata oggi da un collettivo studentesco, riguardante il "ticket crossing", ovvero la cessione del biglietto dell'autobus da chi l'ha utilizzato una prima volta, fino alla scadenza della validità temporale dello stesso, l'assessorato ai Trasporti della Provincia autonoma fa osservare non solo che si tratta di una pratica illegittima, ma che il grado di copertura del costo dei servizi urbani trentini si colloca a livelli molto bassi (meno del 20% a Trento), il che significa che l'80% dei costi resta in carico alla fiscalità generale, ovvero a tutti i contribuenti. L'invito dell'assessore ai Trasporti Alberto Pacher è comunque quello di riflettere sulle problematiche del settore nel loro insieme. "In Trentino - spiega l'assessore - il servizio di trasporto pubblico, che dà lavoro a oltre 1000 persone, viene mantenuto e migliorato, mentre altrove è soggetto a 'tagli'. L'aumento delle tariffe di marzo riguarda solo il titolo di corsa semplice, quello a cui ricorrono i viaggiatori occasionali, non gli abbonamenti, che sono rimasti invece invariati, sia in ambito urbano che extraurbano."

Il "ticket crossing" è in effetti una pratica illegittima, contravvenendo alla non cedibilità del tagliando. In via di diritto, secondo l'ordinamento vigente, il soggetto che cede il titolo di viaggio non nominativo "dopo l'inizio del viaggio" soggiace alle sanzione da 7 a 21 euro (art. 24 del dpr 753/80) ed il cessionario, che in tale caso si pone nella condizione di essere sprovvisto di "valido titolo di viaggio" ricade nella sanzionabilità con una multa da 15 a 105 euro e la coattiva discesa dal mezzo se non regolarizza con il pagamento di 15 euro in via immediata (in pratica, è come se viaggiasse senza biglietto).

Al di la del profilo tecnico-giuridico, comunque, si fa osservare che il grado di copertura dei servizi urbani trentini si colloca a livelli molto bassi (meno del 20% del totale a Trento), il che significa che l'80% resta in carico alla fiscalità generale, per quel paradosso che gli studiosi di economia dei trasporti definiscono il "paradosso del travet": in estrema sintesi, all'impiegato di concetto abitante in città, che dispone della miglior rete di trasporto (a Trento ogni 15 minuti) per arrivare in orario in ufficio, situato spesso in posizione centrale nel tessuto urbano, l'80% del viaggio viene pagato dall'operaio (o chi per lui) residente in periferia, che si sposta con il mezzo privato verso il luogo di lavoro.

Con il mese di marzo le tariffe dei servizi urbani di corsa semplice, ovvero quelle dei viaggiatori occasionali (coloro che non usano abitualmente i servizi pubblici e non usufruiscono di abbonamenti, le cui tariffe invece sono rimaste invariate, sia per l'urbano che per l'extraurbano) sono cresciute del 10% al fine di mantenere l'attuale rete dei servizi - in un contesto nazionale di "tagli" che vede città vicine, Belluno e Feltre, programmare la soppressione dei servizi urbani nelle giornate di domenica - il cui costo (non va dimenticato) è anche e soprattutto costo del personale. L'aumento del biglietto - che riguarda comunque i viaggiatori occasionali - è stato deciso dopo la consueta concertazione al tavolo delle tariffe. Ogni e qualsiasi riduzione dei ricavi tariffari (anche a causa dell'evasione tariffaria) si tramuta quindi in potenziale causa di riduzione dei servizi e, in definitiva, di riduzione della forza lavoro oggi impiegata nel settore, con effetti sociale facilmente immaginabili (solo in Trentino gli addetti sono oltre 1000).


fonte: http://www.provincia.tn.itcnia/

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...