Tra le novità introdotte dal nuovo Esecutivo, i consumatori italiani hanno certamente notato l'art. 26 del D. L. 201/2011, il quale ha dichiarato la non convertibilità della Lira in Euro a partire dallo scorso 7 dicembre 2011.
Conseguenza? coloro che possiedono nelle loro tasche la vecchia, e da qualcuno rimpianta, Lira non potranno in futuro più convertirla in Euro.
Occorre osservare che la scadenza naturale per la circolazione, e conversione, della Lira era stata stabilita, nel lontano 1997, per il 29 febbraio 2012. Ogni cittadino avrebbe potuto, entro tale data, convertire le lire con gli euro.
L'art. 26 del D. L. ha inaspettatamente anticipato la data di "chiusura" della Lira allo scorso 7 dicembre 2011, sicché da tale momento non è più possibile convertire le lire, le quali cessano di avere qualsiasi valore legale, come si legge dalla nota della Banca d'Italia "Secondo quanto disposto dall'art. 26 del D.L. 201/2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 6 dicembre 2011, "in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 3, commi 1 ed 1 bis, della legge 7 aprile 1997, n. 96, e all'articolo 52-ter, commi 1 ed 1 bis, del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata".
Riteniamo questa norma ingiusta perché penalizza, ingiustamente, coloro che hanno fatto affidamento sulla data stabilita in precedenza per poter convertire le proprie lire (si ritiene che vi sia in circolazione oltre un miliardo di euro in lire).
La norma è, in tal senso, ingiusta e crea un danno e un disagio nei confronti di piccoli risparmiatori.
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