
Il commercio on line ha, infatti, ormai raggiunto livelli imporporanti e forse impensabili sino ad alcuni anni fa, ne consegue la necessità di una sua più puntuale ed incisiva regolamentazione, anche alla luce delle direttive europee in materia.
Per renderci conto di cosa stiamo parlando (ad oggi) è sufficiente evidenziare alcune cifre:
- E- commerce 2012 fatturato per 9,1 miliardi di euro (con un aumento del 17% rispetto allo scorso anno.)
- 7 milioni di italiani per quest’anno acquisteranno regali di Natale in internet.
Come si vede sono cifre (anche se non precisissime) molto importanti, destinate sicuramente a crescere alla luce del fatto che L’Italia non è un paese informatizzato come gli altri partner europei.
Tale fenomeno non può non essere oggetto di particolare attenzione e cura da parte del legislatore Europeo che ha sempre posto al centro la tutela del consumatore per quanto riguarda le informazioni che il commerciante deve fornire al consumatore sui propri prodotti ed in particolare per quanto concerne il diritto di recesso.
Il Consiglio dei Ministri nella seduta dello scorso 3 novembre ha approvato uno schema di decreto legislativo per recepire la direttiva n° 83 del 2011 modificare le precedenti °13/93CEE, 44/1994 CE E e abrogare le direttive 577/85 CEE 7/97 CE, al fine di garantire una maggiore tutela (protezione) dei consumatori e migliore e più efficiente funzionamento del mercato interno tra le imprese e consumatori.
Oggetto dell’intervento:
- Armonizzazione:
- di alcuni aspetti dei contratti a distanza conclusi dai consumatori
- di alcuni aspetti dei contratti negoziati fuori dai locali commerciali.
- Aiuto allo sviluppo del commercio (in particolare) transfrontaliero prevedendo per le tipologie di contratto sopra indicate:
- completa armonizzazione delle informazioni precontrattuali
- completa armonizzazione delle informazioni del diritto di recesso.
Tale intervento avrebbe lo scopo di colmare le discrasie presenti nelle normative dei vari Stati al fine di creare un mercato comune più omogeneo possibile creando una rete di rapporti che veda nei contratti:
- Identiche informazioni precontrattuali
- Condizioni contrattuali standard per tutti gli Stati.
- Materiale informativo standard
Il tutto per permettere che le imprese e consumatori che operano nel mercato trans-frontaliero si trovino a operare con le stesse modalità del proprio mercato interno, e comunque alla luce della stessa legislazione.
Ciò porterebbe sicuramente ad uno sviluppo esponenziale del mercato aiutato da una disciplina omogenea trasparente e funzionale, con notevoli risparmi anche in termini amministrativi, di costi e certezza delle transazioni.
Nessun commento:
Posta un commento