Fonte:ecomotori.net |
Se uno dei principali impedimenti all’incremento di utilizzo delle auto elettriche è la limitata presenza di punti di ricarica nel territorio, il Veneto potrà presto migliorare la propria situazione, favorendo una diffusione più capillare di stazioni nelle quali fare il pieno di chilowatt.
Questo grazie alla deliberazione approvata dalla Giunta regionale, su iniziativa degli assessori ai trasporti e all’ambiente, che prevede l’utilizzo di 2.050.025 euro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) destinati all’implementazione delle reti di ricarica per i veicoli elettrici.
“Per individuare i soggetti che potranno usufruire di tali risorse – spiega l’assessore ai trasporti – abbiamo approvato un avviso pubblico che sarà pubblicato nel B.U.R. n. 30 del 1 aprile 2016, disponibile anche nel sito www.regione.veneto.it. Per la predisposizione della domanda c’è tempo fino al 16 maggio 2016. Possono beneficiarne i Comuni, i titolari di pompe di carburante, i centri commerciali o i parcheggi che consentono l’utilizzo pubblico degli impianti, i privati che intendono realizzare impianti di alimentazione domestica. Ogni soggetto dovrà impegnarsi al cofinanziamento delle opere o attraverso accordi di programma con il MIT o mediante la presentazione di garanzie fideiussorie”.
Questo grazie alla deliberazione approvata dalla Giunta regionale, su iniziativa degli assessori ai trasporti e all’ambiente, che prevede l’utilizzo di 2.050.025 euro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) destinati all’implementazione delle reti di ricarica per i veicoli elettrici.
“Per individuare i soggetti che potranno usufruire di tali risorse – spiega l’assessore ai trasporti – abbiamo approvato un avviso pubblico che sarà pubblicato nel B.U.R. n. 30 del 1 aprile 2016, disponibile anche nel sito www.regione.veneto.it. Per la predisposizione della domanda c’è tempo fino al 16 maggio 2016. Possono beneficiarne i Comuni, i titolari di pompe di carburante, i centri commerciali o i parcheggi che consentono l’utilizzo pubblico degli impianti, i privati che intendono realizzare impianti di alimentazione domestica. Ogni soggetto dovrà impegnarsi al cofinanziamento delle opere o attraverso accordi di programma con il MIT o mediante la presentazione di garanzie fideiussorie”.
“Martedì prossimo il Consiglio regionale sarà chiamato a valutare il Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, licenziato dalla Giunta e già esaminato dalla competente Commissione di palazzo Ferro Fini – evidenzia l’assessore all’ambiente –, ma noi stiamo già attuando alcuni dei contenuti di questo strumento programmatorio fondamentale per la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. Mi auguro che l’opportunità di attingere a finanziamenti statali sia sfruttata al meglio sia dal pubblico che dai privati e che il loro utilizzo contribuisca a contrastare una delle principali cause di inquinamento atmosferico, cioè le emissioni dei gas di scarico degli autoveicoli, che, soprattutto in pianura, è sempre più grave e preoccupante”.
I fondi, infatti, sono vincolati per il 60 per cento alle aree metropolitane e per il 40 per cento al resto del territorio. In questo caso si è ritenuto di individuare come ‘area metropolitana’ l’aggregato del Veneto centrale composto da Venezia, Padova e Treviso, sia in ragione del tasso di inquinamento, sia delle relazioni casa-lavoro.
La Regione del Veneto, in realtà, ha già dato avvio alla fase pilota per la realizzazione della rete di ricarica elettrica. Con una prima trance di fondi ministeriali per complessivi 232.000 euro è attualmente in corso l’implementazione delle centrali nei comuni di Venezia, Treviso e Vicenza.
“Abbiamo messo dei limiti di spesa per consentire al maggior numero possibile di soggetti di accedere al bando – conclude l’assessore ai trasporti –. Inoltre, i criteri di selezione rispondono alle linee guida regionali sulla mobilità elettrica, in fase di definizione, al fine di limitare investimenti poi inutilizzati e scongiurare la vandalizzazione delle opere. Valutiamo che con un contributo di poco superiore ai due milioni sono attivabili investimenti per circa 4-5 milioni complessivi ed è ipotizzabile il sostegno a circa 500 interventi”.
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