Il recente report del Senatore Edward J. Markey, che trovate di seguito, ha riproposto un dubbio in merito all'effettiva utilità della copertura assicurativa garantita dalle assicurazioni ai consumatori per tutelare eventuali inconvenienti (ritardi aerei, perdita di bagagli, infortuni etc...) che intervengono durante il viaggio.
Il lavoro svolto dal Senatore Markey ha riguardato le principali compagnie aeree americane, ma il modus operandi delle società statunitensi può essere tranquillamente esteso anche al mercato europeo, ove i principali operatori del settore hanno caratterizzato la propria condotta seguendo il modello commerciale sviluppato negli Stati Uniti.
Riteniamo interessante il documento, proponendolo alla vostra lettura, trovando alcuni spunti attuali tali da considerare questo report come una vera e propria denuncia pubblica.
Al suo interno, ad esempio, viene denunciata la pratica commerciale seguita dai venditori, i quali sfruttano il sistema di prenotazione on line al fine di invogliare (costringere?) il consumatore ad acquistare, assieme al biglietto aereo, anche la copertura assicurativa.
I siti web delle compagnie aeree, ma anche i motori di ricerca specializzati nel settore, prevedono meccanismi che confondono il consumatore e, con condotte non sempre trasparenti, lo portano ad acquistare anche l'assicurazione.
Un ulteriore aspetto, noto a noi consumatori, è poi l'effettiva utilità di queste coperture assicurative, in quanto non sempre ci soffermiamo a leggere l'ambito di applicazione dell'assicurazione e, in particolar modo, i limiti dell'assicurazione.
E, quindi, quando dobbiamo esercitare il nostro legittimo diritto al pagamento per l'evento "coperto" dal contratto, accade che spesso tale tutela non interviene perché la società richiama le c.d. "fine print", ovverosia le regolette che liberano l'assicurazione dal proprio obbligo verso il consumatore. Gli stessi vettori non tutelano il consumatore, limitandosi a rinviare all'assicurazione per eventuali propri inadempimenti.
E quindi, è veramente utile una copertura assicurativa per un viaggio aereo? e come scegliere la propria assicurazione quando si viaggia all'estero?
Questi quesiti, alla luce del report, risultano ancora di più difficile soluzione.
Qui il documento.
Il lavoro svolto dal Senatore Markey ha riguardato le principali compagnie aeree americane, ma il modus operandi delle società statunitensi può essere tranquillamente esteso anche al mercato europeo, ove i principali operatori del settore hanno caratterizzato la propria condotta seguendo il modello commerciale sviluppato negli Stati Uniti.
Riteniamo interessante il documento, proponendolo alla vostra lettura, trovando alcuni spunti attuali tali da considerare questo report come una vera e propria denuncia pubblica.
Al suo interno, ad esempio, viene denunciata la pratica commerciale seguita dai venditori, i quali sfruttano il sistema di prenotazione on line al fine di invogliare (costringere?) il consumatore ad acquistare, assieme al biglietto aereo, anche la copertura assicurativa.
I siti web delle compagnie aeree, ma anche i motori di ricerca specializzati nel settore, prevedono meccanismi che confondono il consumatore e, con condotte non sempre trasparenti, lo portano ad acquistare anche l'assicurazione.
Un ulteriore aspetto, noto a noi consumatori, è poi l'effettiva utilità di queste coperture assicurative, in quanto non sempre ci soffermiamo a leggere l'ambito di applicazione dell'assicurazione e, in particolar modo, i limiti dell'assicurazione.
E, quindi, quando dobbiamo esercitare il nostro legittimo diritto al pagamento per l'evento "coperto" dal contratto, accade che spesso tale tutela non interviene perché la società richiama le c.d. "fine print", ovverosia le regolette che liberano l'assicurazione dal proprio obbligo verso il consumatore. Gli stessi vettori non tutelano il consumatore, limitandosi a rinviare all'assicurazione per eventuali propri inadempimenti.
E quindi, è veramente utile una copertura assicurativa per un viaggio aereo? e come scegliere la propria assicurazione quando si viaggia all'estero?
Questi quesiti, alla luce del report, risultano ancora di più difficile soluzione.
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