lunedì 6 maggio 2019

Liquidità, tenere i soldi sul conto non è né stupido né criminale


Fonte: Il Fatto Quotidiano
25 marzo 2019

Colpevolizzare i risparmiatori, per fargli commettere qualche passo falso. La stampa che si autodefinisce autorevole (Corriere della Sera, Sole 24 Ore ecc.) ha scoperto un nuovo nemico da abbattere. È la massa di denaro che gli italiani tengono sui conti, stimata sui 1.400 miliardi di euro. La cosa dà fastidio. Esattamente come dà fastidio chi tiene il proprio Tfr in azienda. Infatti in tal modo banche, assicurazioni e cosiddetti consulenti non lucrano nulla sulle somme accantonate. Seguendo un canovaccio sperimentato, i risparmiatori che non obbediscono a comando sono bollati di ignoranza finanziaria. 

Il minimo che gli venga detto è che perdono buone occasioni di guadagno, lasciando infruttiferi i propri risparmi. Al che però vengono in mente i diamanti rifilati a prezzi taroccati, le gestioni patrimoniali prive di ogni trasparenza e quella trappola micidiale che è la previdenza integrativa. E uno capisce perché si rifiutino, malgrado le pressioni, di comprare checchessia.


Ma non ci sarebbe solo un lucro cessante, bensì pure un danno emergente. Questi stupidi non si renderebbero conto che così l’inflazione erode la loro ricchezza. In realtà lo sanno benissimo che in potere d’acquisto ci rimettono circa l’1% l’anno. È lo scotto che accettano di pagare per non farsi sottrarre molto di più da banche, fondi e assicurazioni. Un’impostazione radicale, forse anche rozza, ma non priva di senso.

Se poi tutto ciò non basta, viene intervistato qualche economista di regime, spacciato per esperto, che spiega che il loro comportamento è dannoso alla collettività. Ostinandosi pervicamente a tenere i soldi sul conto, ostacolerebbero il rilancio dell’economia. Un’accusa senza senso. Alle banche italiane non manca denaro da prestare alle imprese, per giunta ottenendolo dalla Banca Centrale Europea al tasso dello 0%. I problemi sono altri, per cui chi tiene liquidità sul conto non deve sentirsi in colpa da nessun punto di vista.

Piuttosto ci si può chiedere se, proprio in un’ottica di massima sicurezza, non meriti prendere in esame qualche altra alternativa oltre alla liquidità. Giustissimo evitare i prodotti confezionati da banche e assicurazioni: fondi, certificati, polizze ecc. Ma la massima prudenza imporrebbe (anche) di difendersi da impennate inflattive, per quanto ora appaiano improbabili. E qui si può spaziare, con diversa sicurezza e redditività, fra Btp Italia, buoni fruttiferi postali indicizzati e titoli di Stato reali tedeschi.

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