sabato 3 ottobre 2020

Oro, come investire? Dipende se l’ottica è speculativa o difensiva

Fonte: Il Fatto Quotidiano
3 settembre 2020

Si parla molto di oro, arrivato anche sopra i 2.000 dollari l’oncia, e si leggono vari consigli, di regola insulsi. Sorvoliamo sulle sparate del tipo: “Gli esperti prezzano il metallo giallo anche oltre i 3.000 dollari” (Corriere della Sera, 24 agosto 2020). È tempo perso stare a sentire le previsioni di tali pretesi esperti. Quelli che veramente sanno o possono sapere qualcosa sull’oro, come i governatori delle principali banche centrali, tengono la bocca chiusa.

Chi pensa di comprare oro deve piuttosto chiedersi se la sua ottica è speculativa o difensiva.

1. Il primo è il caso di chi punta a rivenderlo, ovviamente in guadagno. Converrà allora rivolgersi al cosiddetto oro finanziario, soprattutto per i costi di compravendita molto minori. Cioè Etf, Etc, future, conti-oro presso alcune banche ecc.

2. Il secondo è il caso di chi vuole tenere stabilmente una quota del suo patrimonio in un bene reale, affinché resti al di fuori dell’universo bancario-finanziario. Dovrà allora investire nel cosiddetto oro fisico. Ovvero in oro vero e proprio, lingotti o monete auree non numismatiche.

Molti, che hanno tale impostazione, commettono però una grave imprudenza. A chi compra lingotti vengono proposte soluzioni accattivanti, perché molto comode, in quanto risolvono il problema di dove metterli, una volta acquistati. Ci pensa chi glieli vende a tenerli, al posto suo, in casseforti e caveau, doverosamente assicurati. In Rete è molto presente in particolare Bullionvault di Londra, con tantissime “recensioni” che paiono uscite da un’agenzia di pubblicità. Tutte sfrenatamente entusiastiche. Bah! Possibile che Bullionvault sia la perfezione in terra?

A parte ciò, è una formula che comunque non va bene per chi pensa di “mettere al sicuro” in oro una quota del proprio patrimonio e non pensarci più. Saranno pure tutti galantuomini gli attuali amministratori di Bullionvault, della milanese Confinvest e altre ditte che offrono tale servizio, ma essi possono venire sostituiti da altri. Pure gli azionisti di tali società possono cambiare. E in futuro possono arrivare imbroglioni al posto degli onesti.

Che ripercussioni potrebbe poi avere su tali società una grossa crisi economico-finanziaria di dimensioni globali? Già col coronavirus sono venuti alla luce ostacoli agli spostamenti di lingotti durante il lockdown. Insomma, potrà capitare di tutto e il risparmiatore si troverà in mano solo un contratto con una società privata, magari estera e neppure vigilata come le banche o le assicurazioni.

Solo detenendo direttamente lui l’oro in cassette di sicurezza, in casseforti, murato in casa, sepolto in giardino ecc. il risparmiatore è protetto nel caso di un crac del sistema finanziario mondiale, ma anche da future malversazioni. Per i rischi di furto poi può tutelarsi con un’assicurazione aggiuntiva al canone della cassetta di sicurezza a costi accettabili.

Conclusione, tenere l’oro presso il venditore non ha quasi mai senso: un risparmiatore che teme sconquassi economico-finanziari generalizzati e cerca la massima sicurezza a lungo termine farà bene a non lasciare ad altri il suo oro. Dopo averlo comprato magari anche dalle società citate (e non entro nel merito se siano quelle o altre a offrire condizioni migliori), se lo farà consegnare. Per chi invece esclude scenari estremi, tanto vale rivolgersi al cosiddetto oro finanziario con costi d’intermediazione inferiori.

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