Fonte: newsletter 30 giugno 2022 |
Nella maggior parte dei casi, gli atti riguardavano la documentazione sanitaria degli interessati, fra cui cartelle cliniche, accertamenti di invalidità, test, relazioni tecniche, ecc.
La prima grave violazione rilevata dall’Autorità, che si è attivata d’ufficio, è stata quindi la diffusione dei dati sulla salute dei soggetti interessati, informazioni relative sia allo stato fisico che mentale, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria.
Nel pubblicare i Registri di accesso, la Asl ha inoltre violato il principio di “minimizzazione” dei dati, che non sono risultati limitati a quanto necessario rispetto alle finalità di trasparenza amministrativa, per le quali sono trattati, e le disposizioni della disciplina in materia di trasparenza e delle Linee guida Anac sull’accesso civico, che stabiliscono di oscurare i dati personali eventualmente presenti.
Nel determinare la sanzione, il Garante ha comunque tenuto conto di alcuni elementi attenuanti, come, in particolare, il carattere del tutto accidentale della condotta, l’assenza di segnalazioni o lamentele dei soggetti interessati, il tempestivo intervento della Asl per porre rimedio alla violazione, la collaborazione con l’Autorità e le misure tecniche e organizzative messe poi in atto a garanzia dei dati personali.
Nessun commento:
Posta un commento