lunedì 18 agosto 2025

Alfabetismo digitale: cosa (non) ci dice il rapporto AGCOM

La recente relazione di AGCOM sull'alfabetismo digitale ha disegnato un quadro variegato relativamente alla relazione tra gli italiani e il nuovo mondo digitale, lasciandoci un po' perplessi in merito alle conclusioni raggiunte. 

La relazione che trovate di seguito teorizza che il 90% degli italiani accede a Internet tutti i giorni, ma pur essendo perennemente collegati alla rete e ai social, secondo l'ultimo rapporto AGCOM sull'alfabetizzazione digitale e mediatica, pere che il "consumatore medio di connessione" sia impreparato ed esposto a rischi telematici a cui non sa come difendersi.


(1) Cosa ci vuol far sapere AGCOM

La relazione, che trovate in calce a questo nostro intervento, evidenzia come i consumatori abbiano una connessione adi internet variegata, ossia non solo attraverso il pc, ma anche (e specialmente) con smartphone, ma anche smart TV ed altri dispositivi di ultima generazione.

Nessuno è escluso da questo mondo digitale, anche se sapere usare un dispositivo non significa saperlo gestire in modo critico e consapevole. 

Secondo i dati proposti, solo il 7% degli italiani, ad esempio, ha un buon livello di alfabetizzazione algoritmica, ossia comprende davvero il ruolo che gli algoritmi hanno nel decidere cosa vediamo online. E più sale l'età e minore e maggiore è la percentuale di colo che non hanno nessuna o scarsissima consapevolezza su questi meccanismi.


(2) Disinformazione, odio e fake news: il far west dei contenuti

E' chiaro che il mondo digitale ha ampliato i contenuti proposti ai consumatori, riducendone l'attendibilità sia in merito alla provenienza che al contenuto, chiamando il fruitore ad un'analisi critica più approfondita.

Il dato proposto dalla Relazione è, sotto questo profilo, inequivocabile: il 43,5% degli italiani si imbatte frequentemente in contenuti di disinformazione. 

E qui casca l'asino: più della metà della popolazione vede fake news, hate speech, revenge porn, ma solo una minoranza sa come reagire e quali contromisure adottare. 

Gran parte di noi, di fronte ad un contenuto falso e offensivo, evita il canale andando oltre.

Nel frattempo, minori e giovani si muovono in questo mare digitale senza bussola: tre su quattro hanno già avuto esperienza di contenuti pericolosi come sfide social estreme, cyberbullismo o contenuti sessuali indesiderati, così come riferisce l'Autorità. 


(3) Possiamo fare affidamento sulle istituzioni? Sì, ma…

Il rapporto AGCOM segnala che i cittadini, soprattutto i minori, nutrono ancora fiducia nella scuola e nelle istituzioni per la propria educazione digitale. Bene. Ma poi? 

Il 44% degli italiani non si rivolge a nessuno per avere indicazioni su un uso consapevole dei media ed anche il lettore di questo contributo può ben comprendere che il dato è inquietante  perché attesta il distacco tra i navigatori della rete e i soggetti pubblici, ossia coloro chiamati a controllare questo non più nuovo mondo.

La verità è che le iniziative, quando ci sono, sono spesso episodiche, scollegate e poco incisive. Si parla di tavoli di coordinamento, deleghe ai Corecom, progetti scolastici… Ma la sensazione concreta, per chi vive la rete tutti i giorni, è che si navighi a vista in un mare digitale senza regole.


(4) Svegliati consumatore: alfabetizzazione digitale è tutela, non accessorio

La verità che la Relazione non rivela è che il consumatore deve comprendere che l'educazione alla navigazione in rete, ossia l'alfabetizzazione digitale non è un fastidioso argomento da blog dei consumatori, ma è un necessario presupposto che consente di accedere ai contenuti digitali in modo corretto e sapendo come ci si può tutelare.

In altri termini, in questi casi vale ancor di più il solito antico modo di dire "sapere è potere".

Il tema dell'alfabetizzazione digitale viene spesso relegato a un problema "educativo", quasi fosse una questione scolastica, ma invero è, prima di tutto, una questione di tutela dei consumatori.

Chi non conosce la rete e gli algoritmi, e il loro funzionamento, è in una posizione di debolezza; chi non riconosce la disinformazione, chi non comprende le dinamiche dei social, è più esposto alle truffe online e agli abusi commerciali; chi non conosce la rete è soggetto al  consumo inconsapevole di contenuti illegali o comunque ad un'informazione drogata e manipolata.

Un consumatore informato è un cittadino che meglio si tutela, risultando meno vulnerabile alle insidie telematiche (c.d. cyber risk).

Sotto questo profilo, vanno bene i rapporti annuali e i tavoli con le associazioni, ma per tutelare davvero i consumatori serve ben altro che la relazione non individua in modo accurato.

Noi parliamo di formazione obbligatori nelle scuole con specifiche figure che non siano i docenti, a loro volta ignoranti telematici; campagne informative che spieghino con linguaggio chiaro come difendersi; una politica di pressione sui giganti digitali per rendere gli strumenti di controllo e personalizzazione veramente accessibili e comprensibili; sportelli territoriali, magari nei Comuni o nelle biblioteche, dove i cittadini possano ricevere assistenza digitale di base; una educazione digitale anche rivolta agli adulti e, soprattutto, per gli anziani, la fascia più vulnerabile e più dimenticata.

AGCOM ci consegna numeri che dovrebbero preoccupare tutti, non solo gli addetti ai lavori, ma anche i cittadini, in quanto il digitale non è un optional, è l'ambiente in cui viviamo ogni giorno. 

Sotto questo profilo chi vi scrive ritiene che non possiamo permetterci di lasciare milioni di persone inconsapevoli, disinformate e vulnerabili ed è necessario apportare correttivi idonei a prevedere una tutela nei confronti delle categorie più svantaggiate.

Chi tutela i consumatori deve alzare la voce: senza alfabetizzazione digitale, non c'è vera libertà di scelta, né sicurezza. E questo, lo ribadiamo, non è un problema da nerd o smanettoni. È una questione di diritti fondamentali.

Di seguito, la Relazione di AGCOM.

Relazione di monitoraggio in materia di alfabetizzazione mediatica e digitale - anno 2024 by Consumatore Informato

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