domenica 3 gennaio 2021

Consumatore informato contro le “debt agency online”: AGCM sanziona Difesa Debitori

La nostra Associazione, da dieci anni a questa parte, è molto attiva sul fronte della segnalazione della pubblicità ingannevole e delle pratiche commerciali scorrette (articoli 21 e 22 Cod. Cons.) in ambiente on line (sulla rete internet, sulle piattaforme digitali, sui social network etc.).

Abbiamo pubblicato parecchi bollettini dell’Antitrust, contenenti pubblicità di cui è stata ordinata la rettifica, oltre a multe cospicue; di pari passo, abbiamo raccolto le vostre segnalazioni – inoltrateci dai consumatori di tutta l’Italia – per incardinare dei procedimenti (diremmo dei veri e propri esposti) davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che hanno ad oggetto omissioni informative oltre che pubblicità fuorvianti e ingannevoli.  

Il provvedimento provvedimento oggi in commento è il risultato della nostra attività, avendo avviato (segnalato) l'attività di Difesa Debitori ad AGCM.

L'Antitrust ha, per le ragioni che andiamo sviluppare di seguito, sanzionato la società di consulenza per i debiti, attiva sul territorio nazionale, se non altro per aver fatturato dieci milioni annui, riconoscendo la violazione di norme del Codice di Consumo durante la proposizione dei propri servizi ai consumatori.

Eppure, non vogliamo soffermarci troppo su cosa si occupano queste società, avendone già parlato a tempo opportuno (vedi qui). Per di più, il concetto stesso di fornire assistenza, sostegno e consulenza finanziaria o psicologica ai soggetti sovra indebitati è approdato in Italia dai paesi anglosassoni, dove da decenni è praticato con un certo distacco e raffinatezza.

Piuttosto, è meglio enfatizzare un aspetto poco affrontato dal provvedimento AGCM: il social web, per sua natura, è il terreno ideale per irretire i consumatori, che nemmeno si rendono conto di non operare scelte consapevoli. Anzi, più sono “informati”, meno sono consapevoli.

A tale riguardo, è di particolare interesse un appunto, contenuto a pagina 16 del provvedimento in commento, nel quale il Garante osserva che “oltre 20 milioni di cittadini nel 2019 hanno comprato tramite il web” e, secondo le fonti dell’Istat, “si tratta del 9% in più rispetto all’anno precedente e, quindi, Internet ha assunto una valenza sempre maggiore per i cittadini nell’attività di acquisto di beni e servizi”.

In altre parole, grazie allo smartphone – strumento che ha un’anima “democratica” perché accessibile e fruibile da tutti, specie in quest’anno di pandemia e di debiti – il mercato on line ci è venuto addosso, perché ormai, se c'è da risolvere un problema o da sciogliere un qualsivoglia interrogativo, viene naturale ricorrere alla rete

A maggior ragione, il ricorso alla consulenza on line, più rapida/immediata e gratuita, è una strada sempre più frequentata dai consumatori che si affidano alla tecnologia digitale per scovare nel proprio domicilio la soluzione più adatta alle proprie esigenze, anche quando si è indebitati fino al collo e non si sa come uscire da questa situazione. E qui viene il punto: la smodata frequentazione della rete, condizione psicologica tutt’altro che serena, comporta l’incapacità del consumatore di approdare a decisioni razionali e ponderate. Eccessiva è la mole di dati sconnessi che circolano in rete, di gran lunga superiore alla nostra capacità di “processarli”, in vista di scelte consapevoli. E, a nostro avviso, è persino insufficiente aggiungere dati più precisi attinenti al servizio.

Uscire dai debiti”, più che con un bisogno, coincide con uno stato di necessità: e la rete, oggi, ha un ruolo decisivo nel conformare quella necessità e, quindi, nel definire il modo in cui soddisfarlo. E dare più informazioni non significa, anche, essere oggettivi: anzi, le peggiori insidie si nascondono nelle persuasioni occulte.  

Venendo al dunque, non si può ignorare il fatto che molti consumatori, nel nostro caso i sovra indebitati, pensano di risparmiare tempo e ulteriore denaro facendo affidamento a società reperite in rete (oppure in rete prima e coi call center dopo) che danno al consumatore la parvenza e l’illusione di ricevere servizi personalizzati e di avere la situazione sotto controllo.

L’insidia si nasconde nel fatto che le società di consulenza dei debiti danno informazioni molto dettagliate sui risultati che possono raggiungere tramite la loro intermediazione, ma soltanto quanto basta per agganciare i clienti (il c.d. “effetto aggancio”, vedi pagina 19, § 52 del provvedimento in commento).

Questo effetto è ricorrente, al limite del banale, nel marketing online: il consulente fornisce nel proprio sito informazioni molto rassicuranti e dettagliate (la “mole sconnessa di dati” di cui accennavamo poco sopra) che danno a chi naviga su internet l’idea di controllare la situazione, di essere in grado di scegliere tra più alternative valide tra loro. Anzi, il consumatore spesso reputa di poter utilizzare le informazioni che ha letto su quel sito per risolvere il proprio problema in autonomia; tuttavia, nella convinzione spesso errata di risparmiare, si rivolge al professionista, se non altro per accelerare i tempi. Ovviamente, le tariffe non vengono reclamizzate.

Tramite questo meccanismo (effetto aggancio), la società sanzionata nel provvedimento scaturito dalla nostra segnalazione ha intercettato, nel solo 2019, fino a 7.000 persone (v. pag. 11, § 27), cagionando un pregiudizio quantificato tra i 500.000 e 1.300.00 Euro (v. pag. 24, § 75).

Ovviamente, l’AGCM, per la funzione istituzionale che ricopre e per gli strumenti di cui dispone (gli articolo 21 e 22 Codice Consumo), può limitarsi a disporre di integrare le informazioni o di rimuovere quelle ingannevoli, come se i dati reperibili in rete si potessero trattare alla stregua di una pagina di quotidiano. Un quotidiano si legge in poco tempo, e si dispone di tempo sufficiente per riflettervi sopra; i dati circolanti su internet sono di una tale mole che, per essere processati, richiedono una macchina, un calcolatore.

Senza voler entrare in sviluppi futuri (sarebbe fin troppo facile parlare, ora, di società dominata dalla information technology e dall’intelligenza artificiale), ci limitiamo a segnalare l’esito favorevole ottenuto tramite la nostra attività di sensibilizzazione e, si spera, di educazione ad un uso consapevole dei servizi in rete.

AGCM - provvedimento n. 51/2020.

Difesa debitori: sanzione di 1.000.000 di euro by Consumatore Informato on Scribd

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