Con il Decreto Milleproroghe approvato quache giorno fa, il Governo ha percorso i primi passi verso la cancellazione del contezioso in materia di interessi anatocistici, con notevole vantaggio in favore del sistema bancario, oramai costantemente perdente nelle cause contro i correntisti e quindi costretto a restituire le somme indebitamente sottratte con il "calcolo degli interessi sugli interessi".
L'intervento del Governo Berlusconi si è reso necessario in quanto la recente sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione ha stabilito, risolvendo il contrasto sul punto, che il termine di prescrizione del diritto di restituzione delle somme indebitamente versate per interessi anatocistici decorre non tanto dall'ultima annotazione sul conto, bensì dalla data di chiusura del rapporto di conto corrente (Cass. Sezioni Unite sentenza n. 24418/2010).
E' evidente che con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha riaperto i termini di prescrizione del diritto vantato dal correntista alla ripetizione delle somme versate alla banca ed ha prodotto, quale effetto secondario, un notevole "stress" sugli istituti di credito, i quali si trovano a dover affrontare nuovo ed inaspettato contenzioso.
In questo senso, non può che essere vista, a parere di chi scrive, come una interferenza lobbystica quella che ha portato la recente norma del Milleproroghe a ricomprendere, al suo interno, la cancellazione degli effetti prodotti con la sentenza della Cassazione.
Il Governo, infatti, ha introdotto una norma, l’art. 2 quinques, comma 9, che stabilisce esplicitamente “in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente l’art. 2935 del codice civile si interpreta nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto corrente inizia a decorrere dall’annotazione stessa”.
E' evidente che il Governo è seriamente intenzionato a dare un colpo di spugna sull'intera vicenda anatocismo, in aperto aiuto del sistema bancario, tant'è che gli stessi rappresentanti delle banche hanno salutato con estremo favore l'aiutino ricevuto: "Bene per le norme su anatocismo e differimento crediti d'imposta contenuti nel decreto Milleproroghe" ha dichiarato Mussari (ABI).
Il commento delle associazioni dei consumatori è di segno diametralmente opposto ed in particolare ADUSBEF parla apertamente di cause compromesse e di rimborso negato per l'anatocismo. L'associazione, però, osserva che gli effetti della sentenza della Cassazione non vengono mitigati da questa norma "salvabanche", in quanto la Suprema Corte avrebbe comunque previsto la nullità della norma anatocistica con conseguente diritto - imprescrittibile - alla restituzione delle somme versate dal correntista per interessi non dovuti.
"Siamo indignati - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e ADUSBEF - e metteremo in campo ogni iniziativa, anche di carattere legale, perché tali provvedimenti non trovino applicazione".
Anche Federcontribuenti, attraverso l'Avv. Russo, parla di norma inaccettabile "Con un colpo di spugna, però, questo Governo, pur non pronunciandosi in merito alla correttezza dell’applicazione degli “interessi sugli interessi” , di fatto impedisce a molti utenti bancari di vedersi riconosciuto il diritto alla restituzione degli stessi, accorciando i termini per promuovere l’azione.
Questo intervento legislativo, a mio parere, sovverte il sistema in quanto si pone in netto contrasto con l’interpretazione della Suprema Corte di Cassazione, unico organo legittimato ad interpretare le norme di diritto, creatore del “diritto vivente”.
Questo Governo che mostra un ingiustificato favor per le Banche che determina un grave pregiudizio per i correntisti.
Fortunatamente, all’ultimo momento, la norma de qua ha subito una modifica in fase di approvazione definitiva, ovvero si è stabilito che la stessa non troverà applicazione per i rimborsi già pagati: ma questo intervento correttivo è tuttavia residuale.".
E' evidente che con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha riaperto i termini di prescrizione del diritto vantato dal correntista alla ripetizione delle somme versate alla banca ed ha prodotto, quale effetto secondario, un notevole "stress" sugli istituti di credito, i quali si trovano a dover affrontare nuovo ed inaspettato contenzioso.
In questo senso, non può che essere vista, a parere di chi scrive, come una interferenza lobbystica quella che ha portato la recente norma del Milleproroghe a ricomprendere, al suo interno, la cancellazione degli effetti prodotti con la sentenza della Cassazione.
Il Governo, infatti, ha introdotto una norma, l’art. 2 quinques, comma 9, che stabilisce esplicitamente “in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente l’art. 2935 del codice civile si interpreta nel senso che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dall’annotazione in conto corrente inizia a decorrere dall’annotazione stessa”.
E' evidente che il Governo è seriamente intenzionato a dare un colpo di spugna sull'intera vicenda anatocismo, in aperto aiuto del sistema bancario, tant'è che gli stessi rappresentanti delle banche hanno salutato con estremo favore l'aiutino ricevuto: "Bene per le norme su anatocismo e differimento crediti d'imposta contenuti nel decreto Milleproroghe" ha dichiarato Mussari (ABI).
Il commento delle associazioni dei consumatori è di segno diametralmente opposto ed in particolare ADUSBEF parla apertamente di cause compromesse e di rimborso negato per l'anatocismo. L'associazione, però, osserva che gli effetti della sentenza della Cassazione non vengono mitigati da questa norma "salvabanche", in quanto la Suprema Corte avrebbe comunque previsto la nullità della norma anatocistica con conseguente diritto - imprescrittibile - alla restituzione delle somme versate dal correntista per interessi non dovuti.
"Siamo indignati - dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e ADUSBEF - e metteremo in campo ogni iniziativa, anche di carattere legale, perché tali provvedimenti non trovino applicazione".
Anche Federcontribuenti, attraverso l'Avv. Russo, parla di norma inaccettabile "Con un colpo di spugna, però, questo Governo, pur non pronunciandosi in merito alla correttezza dell’applicazione degli “interessi sugli interessi” , di fatto impedisce a molti utenti bancari di vedersi riconosciuto il diritto alla restituzione degli stessi, accorciando i termini per promuovere l’azione.
Questo intervento legislativo, a mio parere, sovverte il sistema in quanto si pone in netto contrasto con l’interpretazione della Suprema Corte di Cassazione, unico organo legittimato ad interpretare le norme di diritto, creatore del “diritto vivente”.
Questo Governo che mostra un ingiustificato favor per le Banche che determina un grave pregiudizio per i correntisti.
Fortunatamente, all’ultimo momento, la norma de qua ha subito una modifica in fase di approvazione definitiva, ovvero si è stabilito che la stessa non troverà applicazione per i rimborsi già pagati: ma questo intervento correttivo è tuttavia residuale.".
Nessun commento:
Posta un commento