martedì 1 giugno 2010

Argentina 2001 – 2010: quali scelte per il bidonato dai bond Argentina?

Sono trascorsi quasi nove anni dalla moratoria dichiarata dallo Stato Argentino, in seguito al quale molti acquirenti di titoli Argentina si sono ritrovati tra le mani obbligazioni assolutamente prive di valore e non commerciabili.

Quali sono le strade intraprese dagli investitori in questi anni per ottenere, quantomeno, il capitale inizialmente investito?

Premessa: la dichiarazione di moratoria del debito estero da parte del Governo Argentino

Nel dicembre 2001, l'Argentina dichiara ufficialmente di non poter onorare il proprio debito accumulato nei confronti degli investitori – nazionali e stranieri – ed esercita il diritto di moratoria previsto nelle offerte di vendita dei vari prestiti obbligazionari.

Ogni Circolare di Offerta delle obbligazioni Argentina rendeva noto che “Gli investitori che prendono in considerazione la possibilità di acquistare le Obbligazioni sono invitati a fare la loro scelta su un’accurata valutazione dei particolari qui di seguito descritti.

L’emittente è uno Stato che, dopo la crisi debitoria degli ultimi dieci anni, nel 1993 ha di fatto rinegoziato totalmente il debito del settore pubblico nei confronti di 750 istituti bancari
”.


Di seguito venivano descritti i vari rischi collegati all'investimento in eurobond Argentina, tant'è che l'emittente avvertiva esplicitamente l'investitore che "le Obbligazioni sono adatte unicamente ad investitori speculativi ed in condizione di valutare e sostenere rischi speciali".

Il documento prevedeva, tra l'altro, la possibilità per il soggetto emittente di esercitare un particolare diritto di interruzione del pagamento del debito e degli interessi maturati sullo stesso: la moratoria "la Repubblica propone o dichiara una moratoria sul pagamento del capitale del Debito Pubblico Estero della Repubblica, o degli interessi dello stesso".

Il 22 dicembre 2001, nonostante i ripetuti interventi del Fondo Monetario Internazionale, la Repubblica Argentina dichiara la Moratoria ed interrompe il pagamento dei propri debiti nei confronti degli investitori.

I piccoli risparmiatori si trovano tra le mani titoli privi di valore: quali scelte hanno operato gli investitori per ottenere il proprio denaro?

Di seguito le diverse opzioni presentate al possessore di tango bond.


a) Offerta concambio Argentina

Lo scorso 30 aprile 2010, il Governo Argentino ha formalizzato la seconda offerta di concambio in favore degli investitori, ai quali ha proposto uno scambio tra la vecchia obbligazione priva di valore ed un nuovo titolo.

La proposta avanzata dallo Stato Argentino appare del tutto analoga all'offerta del 2005 e prevede lo scambio del bond con due nuovi titoli: Discount, con scadenza 2033, e Par, cioé senza taglio del valore nominale, con scadenza 2038.

L'offerta rimane valida ancora per pochi giorni ed il valore recuperato sarà, secondo stime attendibili, pari al 30 – 35% di quanto investito.


b) TFA ovvero l'azione giudiziaria nei confronti dell'Argentina

La Task Force Argentina nasce nel settembre 2002, allorchè un gruppo di banche, attraverso l'ABI, decide di istituire un soggetto che rappresenti gli interessi dei risparmiatori di fronte allo Stato Argentino.

La TFA viene presieduta da Nicola Stock, il quale si dichiara subito fiducioso di ottenere giustizia in favore degli investitori italiani attraverso un'azione comune nei confronti del Governo Argentino.

Viene avviato un arbitrato internazionale nei cofronti dello Stato Argentino, il quale viene convenuto in giudizio di fronte al Tribunale Federale di New York (c.d. icsid).

A che punto siamo?

Presa visione del recente aggiornamento pubblicato dalla Task Force Argentina (http://www.tfargentina.it/download/Lettera_versione_pubblica%20(2).pdf), si legge che l'arbitrato è ancora nella "fase giurisdizionale", ovvero il Tribunale di NY deve ancora valutare se è competente o meno a decedere in merito alla vendita delle obbligazioni Argentina.

In altri termini, a giugno 2010 il Tribunale non ha ancora affrontato il merito della questione, ovvero se i titoli Argentina potevano essere venduti a soggetti privati e se i piccoli risparmiatori possono ottenere giustizia nei confronti dello Stato Argentino.

L'adesione all'arbitrato non ha portato, quindi, alcuna soddisfazione in favore degli investitori.

c) Azione giudiziaria nei confronti della banca intermediaria
L'ultima strada intrapresa dai risparmiatori è stata quella di agire in giudizio nei confronti della banca venditrice dei titoli Argentina. Le azioni legali avviate dagli investitori nei confronti degli intermediari finanziari si sono moltiplicate con esiti assolutamente positivi.

I tribunali italiani hanno individuato gravi responsabilità da parte delle banche, le quali hanno venduto con eccessiva leggerezza i titoli Argentina a piccoli risparmiatori privi di esperienza e conoscenza in materia finanziaria.

La negoziazione di questi titoli non è mai stata accompagnata da effettiva attività informativa da parte dei funzionari di banca, i quali hanno pensato a piazzare i titoli indistintamente senza operare alcuna valutazione di adeguatezza dell'operazione di investimento.

Il Tribunale di Mantova ha chiarito, in tal senso, che "L’intermediario (la banca che vi vende il titolo) deve informare l’investitore delle caratteristiche del singolo strumento finanziario, del rischio ad esso connesso e dell’adeguatezza dell’operazione e ciò a prescindere dalle effettive conoscenze in possesso dell’investitore e da quanto avvenuto in occasione di precedenti operazioni.".

I risparmiatori che hanno intrapreso la strada dell'azione civile nei confronti della banca venditrice hanno, in generale, ottenuto soddisfazione vedendo ritornare non solo il capitale investito, ma anche gli interessi legali maturati dalla data di investimento.

Questa strada, osteggiata dal sistema bancario, ha consentito al piccolo risparmiatore di ottenere giustizia ed ha costretto le banche ad adottare sistemi informativi più adeguati al servizio offerto.

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