A Trentino inBlu radio sono stati trattati gli ultimi sviluppi della vicenda obbligazioni Argentina e di seguito vi proponiamo alcuni spunti emersi dalla trasmissione.
Novità
importanti per gli acquirenti dei tango
bond che hanno deciso di
adire il tribunale dell'Icsid (Banca Mondiale) al fine di ottenere
dall'Argentina la restituzione del capitale investito in
obbligazioni.
Ricordiamo
che la causa era stata avviata alcuni anni fa dagli obbligazionisti
italiani attraverso la TFA (Task
Force Argentina),
un organismo creato dall'ABI e presieduto da Nicola Stock, con lo
specifico fine di chiedere direttamente all'emittente (Argentina) il pagamento
delle somme versate con l'acquisto delle obbligazioni. Somme rimaste
congelate a seguito del rifiuto di rimborso opposto dal Governo
Argentino nel dicembre 2001 con la dichiarazione di moratoria del
debito estero.
La
controversia legale è a lungo rimasta “bloccata”
in quanto il giudice americano doveva valutare l'esistenza della
propria giurisdizione rispetto all'azione, ovvero se il tribunale
fosse o meno competente a decidere sull'intera vicenda.
Dopo aver a lungo atteso, lo scorso 4 agosto 2011 il tribunale
dell'Icsid ha depositato il provvedimento con il quale si è
dichiarato competente a decidere nel merito la causa, ordinando di
avviare la discussione del merito della vicenda.
Questa decisione ha di fatto cancellato una delle principali difese
proposte dalla Repubblica Argentina, la quale puntava sull'assenza di
potere di decisione da parte del tribunale e conseguente affossamento
della causa intentata dagli obbligazionisti italiani nei propri
confronti.
Nicola
Stock ha espresso soddisfazione per il provvedimento adottato ed ha
osservato che “la
decisione è un successo ed una soddisfazione per gli obbligazionisti
italiani e sancisce il loro diritto ad avviare azioni legali contro
l'Argentina”.
E' evidente, infatti, che l'esito positivo dell'azione legale – per
la quale questa Associazione esprime ancora una volta i propri dubbi
– appare più vicino alla luce del provvedimento pronunciato dal
giudice americano.
“Continueremo
ad agire affinché sia stabilita la responsabilità dell'Argentina al
fine di ottenere un equo risarcimento del danno patito dagli
obbligazionisti italiani”
ha aggiunto Stock, manifestando un nuovo ottimismo.
Stock dimentica, però, che il giudice americano ha risolto, solo
dopo 5/6 anni, una questione preliminare e ancora non è stata
avviata la fase di discussione del merito della vicenda.
In altri termini, a distanza di 10 anni dalla moratoria dichiarata
dalla Repubblica Argentina, il processo nei confronti di quest'ultima
non è ancora di fatto iniziato.
A ciò si aggiunga, e questo rende più incerta la bontà di questa
azione legale, che anche in caso di esito positivo dell'azione
giudiziaria avviata da TFA, non si intuisce in che modo potranno
essere recuperati i soldi dei risparmiatori italiani.
Tutti
questi aspetti rendono poco credibile, a parere nostro, questa azione
legale anche se registriamo il punto segnato da TFA nei confronti
dell'Argentina.
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