venerdì 20 giugno 2025

lunedì 16 giugno 2025

Attenti ai falsi messaggi a firma “Comando Carabinieri per la tutela dell’informatica”

Fonte: comunicato stampa
9 giugno 2025
E’ in corso una campagna di phishing riguardante false convocazioni giudiziarie a firma “Comando Carabinieri per la tutela dell’informatica”.

La comunicazione presenta il logo istituzionale dei Carabinieri per rendere più credibile il messaggio e avvisa la vittima dell’avvio di un’inchiesta per “utilizzo improprio della rete”.

È una truffa! Nessuna forza di Polizia contatta mai direttamente i cittadini, attraverso email o sms, per chiedere loro dati personali o pagamenti in denaro, con la minaccia di procedimenti penali a loro carico.

Condividi il messaggio e per informazioni e segnalazioni scrivi alla Polizia di Stato attraverso il sito ufficiale della Polizia Postale www.commissariatodips.it




domenica 15 giugno 2025

Che sia vero risarcimento se Poste Italiane ritarda la consegna (non solo il costo del francobollo)

Il provvedimento oggetto di questo nostro commento riguarda di Poste Italiane e cosa si può ottenere, come risarcimento, nel caso del ritardo nella consegna.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8070/2024, ha segnato un punto fermo nella eterna battaglia tra l'ex monopolista del servizio postale e gli utenti: se una spedizione arriva in ritardo e causa un danno, Poste Italiane non può cavarsela con il solo rimborso del costo della spedizione (come i famosi 9 euro del “Posta Celere”), ma deve risarcire il danno reale, se dimostrato e prevedibile.

Occorre premettere che il caso sottoposto all'attenzione degli Ermellini è estremamente particolare, in quanto riguardava un’offerta per una gara d’appalto arrivata in ritardo proprio a causa del disservizio postale. 

La società mittente, rimasta esclusa nonostante la sua fosse l’offerta migliore, ha citato in giudizio Poste chiedendo i danni per il ritardo nella consegna. Quest'ultima si è difesa, tra l'altro, invocando le varie clausole limitative della responsabilità. 

La vicenda è terminata in Cassazione, la quale ha detto NO: quelle clausole sono nulle, perché in contrasto con principi costituzionali e con la parità tra utenti e gestori del servizio.

Cosa significa per i consumatori?

Se una società pubblicizza un servizio - "veloce e garantito"-  nel caso di malfunzionamento, i diritti dei consumatori devono essere tutelati in modo più efficace. Poste Italiane non può limitarsi a restituire il prezzo pagato, ma deve rispondere dei danni.

Una vittoria per il principio della responsabilità vera e non solo simbolica, a tutela di chi si affida – in buona fede – a servizi essenziali.

Corte di Cassazione III^ Sez. Civ. Ordinanza n. 8070/2024 (visibile con browser Opera - VPN attivo).

sabato 14 giugno 2025

Autovelox 2025: cosa cambia per i cittadini?

Lo scorso 12 giugno 2025 è entrato in vigore il nuovo "Decreto autovelox", norma che ha introdotto nuove regole per l’installazione e l’utilizzo dei dispositivi di rilevazione della velocità su strade urbane, extraurbane e autostrade. 

Il provvedimento, voluto dal Ministero delle Infrastrutture, punta a regolamentare l’impiego degli autovelox e a tutelare maggiormente i cittadini, spesso vittime di sanzioni discutibili o di rilevazioni poco trasparenti.

Vediamo quali novità sono state introdotte.


- Autovelox: stop all’installazione selvaggia da parte dei Comuni

Fino ad oggi molti Comuni installavano autovelox senza particolari vincoli, spesso con l'obiettivo più di fare cassa che di garantire la sicurezza stradale. Dal 12 giugno 2025, tale condotta non è più consentita in quanto le singole amministrazioni comunali non possono più decidere autonomamente l’installazione di nuovi dispositivi.

La norma prevede, infatti, un accordo preventivo tra amministrazione locale  e Prefettura per l'installazione dell'autovelox.

Altro aspetto innovativo riguarda la gestione operativa del servizio di rilevazione delle sanzioni amministrative che non può più essere appaltato a società esterne o private, ma deve essere svolto esclusivamente dalle forze di polizia.

In questo modo il legislatore intende evitare derive speculative e garantire che gli autovelox vengano impiegati esclusivamente per finalità di sicurezza stradale.

venerdì 13 giugno 2025

La polizza del capofamiglia


Fonte: IVASS

lunedì 9 giugno 2025

Fondi pensione. Ecco perché gli sbandierati vantaggi fiscali non reggono alla prova dei numeri

Fonte: Il Fatto Quotidiano
5 maggio 2025
L’argomento delle imposte è il più usato e anche il più convincente a favore della previdenza integrativa. Sono frequentissimi discorsi del tipo: “Destinando ad essa il trattamento di fine rapporto (Tfr), esso verrà tassato al massimo al 15% anziché al 23% o peggio. Ciò significa almeno un 8% in più di rendimento, per cui è sicuro che il trasferimento conviene, anche se i titoli nel fondo pensione rendono poco”.

Peccato che i conti della serva facilmente ingannino, soprattutto quando valutazioni accurate sono tutt’altro che semplici. Per questo il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino ha recentemente organizzato un convegno su "I vantaggi fiscali dei fondi pensione alla prova dei numeri" da cui sono emerse conclusioni che smentiscono quanto affermato su fondi pensione e simili.

domenica 8 giugno 2025

Acquisto di auto con leasing: ricordatevi di controllare quanti sono i precedenti proprietari del veicolo

Il provvedimento oggetto del nostro commento domenicale è finalizzato a dare un consiglio a chi acquista un veicolo usato, anche sottoforma di leasing finanziario.

Invero, con l'ordinanza del 14 dicembre 2023, la Suprema Corte ha offerto un chiarimento rilevante in tema di leasing finanziario, ribadendo un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato ma ancora spesso frainteso nella prassi contrattuale e nei contenziosi tra consumatori, intermediari finanziari e fornitori.


    a.- Come funziona il contratto di leasing finanziario

Nel contrato di leasing finanziario, il consumatore conclude un accordo con il quale diviene utilizzatore del veicolo per un periodo di tempo, dietro il versamento di un canone periodico, con la possibilità, in seguito, di diventare proprietario dell'auto, dopo aver pagato una somma prestabilita. 

La Suprema Corte, con il provvedimento oggetto di segnalazione, ha confermato l'orientamento giurisprudenziale secondo il quale in questa fattispecie non siamo di fronte ad un contratto trilaterale (concessionario - società di leasing - consumatore/utilizzatore), bensì un insieme di due contratti bilaterali e distinti, ma funzionalmente collegati.

In particolare, abbiamo:

  •  un contratto di leasing tra la società di leasing e il consumatore con il quale la prima concede il godimento del bene (utilizzo) dietro il pagamento di un canone periodico;
  • Il contratto di compravendita tra la società finanziaria e la concessionaria.

Solo nel caso di acquisto finale del veicolo, vi sarà il trasferimento della proprietà verso il consumatore.

Vi ricordiamo che non è obbligatorio che sia la concessionaria a proporvi il contratto di leasing, attraverso un loro finanziatore di fiducia, potendo lo stesso consumatore rivolgersi ad altri operatori di mercato (anche la propria banca) e negoziare le condizioni contrattuali.

Come sottolineato dalla Cassazione, l'elemento centrale in questo rapporto contrattuale deve essere individuato nell'“adiectus solutionis causa” (cioè destinatario/consumatore dell’effetto utile dell’obbligazione, seppure estraneo al rapporto giuridico di compravendita).

Ne consegue che l'utilizzatore (il consumatore) sopporta il rischio del bene sin dalla consegna, pur non essendo formalmente parte del contratto di acquisto, e ciò giustifica una particolare attenzione in chiave di tutela del consumatore, specie per quanto riguarda vizi del bene, sua conformità e adeguatezza all’uso pattuito.


    b. Tutela del consumatore e trasparenza informativa

Nel caso di contratto di leasing avente ad oggetto un acquisto di un veicolo usato, assumer rilievo l’informazione precontrattuale, nonché della trasparenza sullo stato e sulla storia del bene oggetto della locazione.

Vi ricordiamo che vigono, anche in questo caso, le norme generali di correttezza e buona fede (artt. 1175 e 1375 c.c.) e la disciplina prevista in materia di pratiche commerciali scorrette (artt. 20-23 Codice del Consumo), nonché la normativa sul credito ai consumatori, ove applicabile (D.lgs. 141/2010 e ss.) (per alcuni suggerimenti per l'acquisto di un auto usata, clicca qui).

Uno degli aspetti più importanti, quando si parla di acquisto di veicolo usato, è la conoscenza dei precedenti utilizzatori dell'automobile, elemento che discrimina sotto il profilo del valore del bene.

Occorre premettere che non esiste un obbligo da parte del concessionario di comunicare il  numero di precedenti intestatari del veicolo (bene spesso oggetto di leasing), ma può rilevare ove taciuta dolosamente, ovvero quando il veicolo viene presentato - magari con slogan pubblicitario - vantandone come una specifica caratteristica del bene (es. definizione come “unico proprietario”, “pari al nuovo” ecc.).

Nel caso di non corrispondenza del messaggio pubblicitario con il reale stato del veicolo, tale condotta può essere oggetto di richiesta di risarcimento danni o riduzione del prezzo.

Ma il consumatore può autonomamente controllare quali sono i precedenti utilizzatori?

E' possibile ottenere una visura del veicolo oggetto di acquisto attraverso l'ACI al costo di euro 6.00, (attraverso il versamento via pagoPa) secondo le seguenti modalità:

  • VISURENET servizio online accessibile dal sito ACI (clicca qui)
  • ACI Space, l'APP per IOS e Android: costo € 6,00;
  • Delegazioni ACI e Agenzie di pratiche auto in possesso dell'autorizzazione provinciale (L. 264/1991) oltre l'eventuale commissione richiesta dall'intermediario.

Il provvedimento della Cassazione focalizza la propria attenzione sul rapporto contrattuale che si crea con il leasing finanziario, ma ci consente anche di tornare a trattare le questioni relative all'acquisto, anche con il leasing finanziario, di un'automobile usata.

Con il leasing viene rafforzata la necessità di una maggiore responsabilizzazione informativa del concedente e del fornitore del bene, specie nei confronti del consumatore, che si trova ad assumere rischi tipici della proprietà (vizi, malfunzionamenti, svalutazione) senza averne i diritti pieni, almeno fino all’eventuale riscatto.

Di seguito, il provvedimento della Suprema Corte (visibile con browser Opera - VPN attivo)

sabato 7 giugno 2025

Verona: attenti alla truffa dell'abbonamento annuale al trasporto locale a soli € 2,35

L'Azienda Trasporti Verona (ATV) ha recentemente lanciato un allarme riguardo a una truffa online che coinvolge falsi abbonamenti annuali al trasporto pubblico offerti a un prezzo irrisorio di 2,35 euro. Questa frode si sta diffondendo attraverso un profilo social denominato "Trasporto pubblico a Verona", che promuove offerte ingannevoli per carpire dati personali e denaro degli utenti.

Purtroppo, questo tipo di attività fraudolente non è nuova e si esprime con più facilità sulle nuove piattaforme social, ove il controllo risulta più difficile.

Come segnalato da ATV, è stata accertata la presenza di profili fraudolenti, attivi su piattaforme come Facebook e Telegram e che pubblicizzano una "carta annuale" per il trasporto pubblico a Verona al costo di 2,35 euro. 

Questa proposta è una truffa

La società dei trasporti locali della Provincia di Verona ha chiarito che si tratta di un profilo falso e ha diffidato ad interagire con queste persone, in quanto si è esposti  a potenziali truffe finanziarie. L'azienda invita pertanto a non cliccare su tali promozioni e a non effettuare alcun acquisto attraverso questi canali non ufficiali.

ATV ha ribadito che tutte le promozioni ufficiali sono comunicate attraverso i propri canali istituzionali. L'azienda non ha mai autorizzato offerte di abbonamenti annuali al prezzo di 2,35 euro. Pertanto, qualsiasi proposta simile deve essere considerata fraudolenta.

Qui potete vedere una pagina web dedicata alla truffa.




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